1. Dar figli alla patria


    Data: 28/10/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: taboo, Fonte: RaccontiMilu

    ... della gonna con le mani e la portò su fino al diaframma: “lo vogliamo fare il settimo o no?!”. Non aveva le mutande; potevo vedere la sua figa oscenamente spalancata, piena di peli. Io non ero eccitato da quella visione, ero solo un po’ scioccato. Non avevo mai visto niente prima di quel momento.
    
    Mio padre si avvicinò a lei barcollando. Era molto giù di corda. Senza dire una parola, si sbottonò i pantaloni e tirò fuori il cazzo. Era grosso, lungo e molto venoso, ma non era rigido. Papà lo prese fra le mani e lo puntò verso la figa di mamma, che portò i lembi della gonna dietro la schiena, curvando il bacino leggermente in avanti e aprendo appena un po’ di più le gambe. Scosse un po’ la testa, come per portare i capelli indietro e teneva il mento verso l’alto e gli occhi socchiusi, mentre lui, sempre in piedi, si avvicinava strettissimo a lei, cercando di fare qualcosa che non gli riusciva. Con la mano libera appoggiata su un fianco di mamma e l’altra fra il pube suo e quello di mamma, immagino che stesse cercando di penetrarla.
    
    A un certo punto vidi che incominciò a fare degli scatti avanti e indietro con il bacino, mentre respirava in modo strano; i respiri erano profondi, come il fiatone, ma lenti. Pat pat pat pat. Mia madre abbassò la testa, mantenne gli occhi socchiusi; anche lei iniziò leggermente ad avere quel fiatone. Si era creata una strana atmosfera tra loro due. Come un silenzio pieno di rumore. Lei ansimò un “daiii…”. Lo disse in maniera lentissima. Credo ...
    ... che non usò nemmeno le corde vocali, solo l’espirazione. Anche se si sentiva che era un po’ arrabbiata per qualcosa, la sua voce aveva comunque qualcosa di dolce.
    
    Mio padre invece adesso aveva veramente il fiatone. Incominciò a muovere il bacino più velocemente, quasi con rabbia. Alzò gli occhi al cielo, aveva un po’ le labbra contratte, come chi si sforza di fare qualcosa ma non gli riesce. Di colpo, si fermò e si allontanò da mamma. Il suo pene era ancora moscio, non era riuscito ad avere un’erezione. Appoggiò una mano sul comò, l’altra sul suo fianco, e rimase a riprendere fiato, in silenzio, fissando il pavimento. Mia madre era rimasta immobile per alcuni secondi. Gli occhi fissi su di lui, quasi non respirava, anche lei in silenzio. Quindi, di scatto, allontanò i glutei del comò e disse un “stronzo!”, in modo preciso, secco, ma pieno di enfasi; si abbassò la gonna, l’aggiustò, si ricompose un po’ i capelli e, in silenzio ma piena di rabbia, uscì dalla stanza, passandomi affianco.
    
    Io ebbi un attimo di terrore, ma lei tirò dritto. Non so se mi videro oppure no, sicuramente per loro era come se non esistessi. Mi allontani in silenzio, un po’ perplesso, lasciando lì mio padre che ancora non si era mosso.
    
    Camminai per i campi, lento e pensieroso. Avevo capito cosa avevano cercato di fare. L’avevo già visto fare un sacco di volte agli animali; agli uccelli, i polli, le pecore, persino ai cani. Ma non immaginavo che lo facessero anche gli uomini. All’epoca non erano solo ...