1. Yolande (di anonimo) estratto dal confessionale dell'abate del monastero di st. gath.


    Data: 25/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: cuckold211, Fonte: Annunci69

    ... davanti a me, con l'abito sollevato, mostrandomi, senza provare la minima vergogna, le cosce tornite e la seconda bocca, incastonata nell'inguine e ricoperta da una foresta di riccioli d'oro.
    
    "Oh, figliola, è dunque questa la vulva? Non ne avevo mai vista una !"
    
    "Sì, padre: essa rappresenta la porta del Paradiso, nel quale intendo farvi entrare, come vi mostro con questo frutto".
    
    Aveva preso, dal vassoio sul tavolino, una banana e, dopo averla lubrificata con la bocca, ove, forse, erano ancora presenti residui del mio nettare, la fece sparire tra le cosce.
    
    I suoi occhi erano estatici, il viso, rilassato, poneva ancor più in evidenza la bocca semiaperta, che effondeva sospiri.
    
    Poi, estrasse la banana e con frenesia mi arringò:
    
    "Padre, punitemi perché ho peccato; mi sono lasciata irretire dalla Santa Lussuria e dalla Beata Trasgressione".
    
    Potevo perfettamente rendermi conto che la donna che avevo dinanzi era ebbra, e non solo di vino.
    
    Tuttavia, debole come sono, risposi:
    
    "Sì, certamente".
    
    "Vorreste fustigare le mie carnose natiche, Abate? Con una frusta o con le vostre stesse mani....?"
    
    A quelle parole seguì la sua svestizione e mi apparve nella sua più superba tentazione: seni alti e sodi, dai capezzoli irti: cosce di alabastro che, davanti, confluivano nell'ardente fessura e, dietro, in natiche stupende.
    
    Ella, così, nella sua celestiale nudità, si posizionò sull'inginocchiatoio con le cosce allargate: mi era rivelato il vello dorato che ...
    ... ornava il suo buchetto brunito e la fessura, carnosa e aperta con le morbide labbra umide e palpitanti.
    
    "Colpite le mie natiche, Padre"
    
    Tremando mi avvicinai a quello che, per me, rappresentava il peccato. Ahimè... non potevo.... caddi in ginocchio, in totale adorazione di quel nudo scrigno che mi si offriva.
    
    Le mie labbra si serrarono contro i suoi riccioli d'amore; scivolarono, poi, lambendo la carne più nascosta, morbida ed umida, mentre lei strofinava le natiche contro il mio volto.
    
    Chi avrebbe mai potuto resistere? Sollevai la tonaca: ero rigido e teso e cercai di immergermi nel suo fiore, ma lei si scosse, impedendomelo.
    
    "Padre... Abate...., mi meraviglio di voi?! Non sapete che prima di accedere al Paradiso, bisogna scontare i propri peccati in Purgatorio? Ecco, entrate nel buchetto fra le natiche ed insieme avremo modo, con dolore, di purgare i nostri peccati".
    
    Eseguii non senza fatica e tra le suppliche della donna; quando ogni dolore fu placato, cominciai ad intravedere i primi bagliori di luce.
    
    Una pace sublime era entrata nei nostri corpi ed io potevo entrare ed uscire dal quel budello con faciltà, mentre scariche di ardente passione facevano vibrare i nostri corpi.
    
    "Figliola, ti prego, dimmi: che nome il volgo ha dato alla vulva?"
    
    "Oh, padre, come per la verga, anche questo è un vocabolo osceno: è chiamata "fica", ma noi nobili, la appelliamo "Santa Fica Vergine".
    
    Ecco, ora va bene, abbiamo espiato i nostri peccati e possiamo accedere ...