1. Giochi Pericolosi I


    Data: 19/10/2018, Categorie: Masturbazione Autore: Mosus, Fonte: EroticiRacconti

    ... interessava: il profumo di lei. Devo ammettere che non trovai subito ciò che cercavo e dovetti usare la vista per scansare mutande e camici maschili fino a che, in un angolo della cesta, come fossero state sepolte accuratamente, sfiorai un tessuto morbido e rotondo, lo tirai su: il suo reggiseno. Tutta l’emozione di un ragazzino si impadronì di me, srotolai quel magnifico trofeo e dopo averlo ammirato per qualche secondo lo portai al naso, aveva il suo profumo, era quel reggiseno che le avevo visto addosso qualche ora prima, quella stoffa che aveva stretto il suo seno nella lunga giornata di lavoro, che aveva accarezzato i suoi capezzoli e che poi, tornata a casa, aveva liberato e rinfrescato. Come un robot lo portai alla bocca e la mia lingua iniziò a sondare l’estremità interna della coppa sinistra, il punto in cui il capezzolo aveva sfregato la stoffa per almeno otto ore, poco dopo mi accorsi che con la mano destra, avevo liberato il mio fallo, duro e rosso come poche volte prima d’allora ed erano almeno due minuti che, gustandomi il sapore del seno di Federica, con la mano destra avevo iniziato un lento ma deciso movimento, come se fosse stata lei ad accarezzarmi, con quelle sue dita calde e affusolate.
    
    Non volevo venire ed iniziai un fenetico stop and go per alcuni minuti, portandomi sull’orlo del piacere per poi fermarmi, non si dice forse che l’attesa del piacere, costituisce essa stessa il piacere? Mi scapocchiavo il glande e poi rimandavo giù il prepuzio facendo ...
    ... ben aderire il frenulo alla stoffa della coppa del reggiseno di Federica poi all’improvviso, un lampo squarciò il silenzio della mia mente, chiusi gli occhi, sussurrai piano il suo nome, uno schizzo chiaro, poco più scuro dell’acqua fuoriuscì flebile dalla bocca del glande, era il punto di non ritorno, non avrei più potuto arrestare il fiume che ne seguì. Immediatamente dopo, uno zampillo violento di burrosa crema bianca, si spalmò nel cuore della coppa destra del reggiseno, seguito subito dopo da un altro fiotto più denso e bianco del primo ma meno potente che finì anch’esso dove non sarebbe dovuto finire ma già che c’ero, perché interrompere il momento? Allora mi liberai completamente nella sua coppa destra.
    
    Finito il gioco, la mente tornò alla realtà. Che cazzo avevo combinato? E adesso? Come lo avrei pulito? Pensai di riporre il reggiseno dove l’avevo trovato, accuratamente piegato, in fondo Federica era a letto e non avrebbe fatto la lavatrice prima dell’indomani, momento in cui lo sperma si sarebbe già dovuto essere seccato. Così feci, chiusi la doccia, mi vestii e andai in cucina a prendere un bicchier d’acqua. Dormivano tutti e così decisi di dare uno sguardo alla finestra contemplando il nero della città, stranamente silenziosa: grave errore! Tornai nel corridoio, la porta del bagno era aperta, la luce accesa, la porta della lavatrice pronta all’uso e Federica per terra a quattro zampe a portare i panni dalla cesta nella lavatrice. Lei mi sorrise: «meno male che ...