1. Un Paziente della Dottoressa Angela - La Ragazza del Treno


    Data: 26/10/2017, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... si portò le mani dietro la testa e sorrise. «Si lo so ma il treno è vuoto!»
    
    «MA NON È COSÌ CHE FUNZIONA»
    
    «Ha ragione ma la prego non mi faccia spostare… Nelle altre carrozze c’è una puzza! E poi come può ben vedere ho un tale mal di piedi» disse muovendo le dita dei piedi che si trovavano ancora nelle mie mani.
    
    «VA BEH… SOLO PER STAVOLTA PERÒ» e le porse il biglietto.
    
    «Grazie!». Lo sguardo schifato del controllore mi accompagnò fino a quando non si aprirono le porte e cambiò carrozza.
    
    Ma cosa stavo facendo? Osservai i piedi di Charlotte tra le mie mani. “Sono un uomo sposato! Ho due figlie che hanno quasi l’età di questa! Ma sono proprio un maiale!”. Scostai i piedi di Charlotte e feci come per raccogliere la mia giacca e la mia borsa, poi mi alzai.
    
    «È stato un piacere conoscerti Charlotte!» dissi con le parole che si impastavano in bocca. «Ma la prossima fermata è la mia!».
    
    «È un diretto… La prossima fermata è fra mezz’ora!». Poi con un guizzo mi brancò il polso.
    
    «Ma che hai?». Il mio volto era una maschera di sudore, rosso come un pomodoro.
    
    «Scusa Charlotte ma…». Poggiò i piedi nudi a terra e si alzò. Era più alta di me. Mi appoggiò le mani sulle spalle. Sotto la sua dolce pressione mi sedetti di nuovo. Gettai la borsa e la giacca di nuovo sul sedile accanto al mio.
    
    Lei si inginocchiò nello stretto spazio tra i sedili.
    
    «OH NO… TI PREGO CHARLOTTE, QUESTO NO! IO NON POSSO».
    
    «Tranquillo, quello è già passato e non torna più. Siamo liberi ...
    ... di fare quello che vogliamo!»
    
    Charlotte pensava che il problema fosse il controllore? Il problema era la stima che avevo di me stesso. Come potevo tornare a casa e guardare mia moglie negli occhi?
    
    «Mi piaci Vittorio! Sei un tipo forte lo sai?».
    
    Mi conoscevo troppo bene però; non potevo fermarmi. L’idea che quella fosse la mia ultima botta di vita in un’esistenza che si preannunciava noiosa e monotona non mi lasciava scelta.
    
    Charlotte aprì la bocca e mordicchiò la patta dei miei pantaloni con i suoi denti da coniglietta. Con il nasino a punta tastò il terreno e capì che ero eccitato già da parecchio tempo; in pratica da quando era venuta a sedersi di fronte a me. Slacciò la cintura, abbassò la zip dei pantaloni e li tirò verso di sé, mentre io mi alzavo leggermente dalla poltrona per permetterle di compiere quel gesto.
    
    Lo tirò fuori.
    
    «Io…wow… cioè… WOW!». Mi sentivo come se fossi di 30 anni più giovane! Come quando in discoteca facevo strage di cuori, come quando tutte le ragazze del mio quartiere volevano una chance dal sottoscritto.
    
    «Io non me lo immaginavo… così!». Era decisamente voluminoso, non solo lungo ma anche grassoccio. Le si illuminarono gli occhi. Si strattonò con forza la canottiera verso il basso, quasi fino a strapparla. Si strusciava il glande ruvido e secco sui suoi capezzoli dritti. Mentre lo faceva miagolava come una micetta. Non poteva nemmeno lontanamente immaginare quanto godessi io. Tolse il mio pene dal suo petto semi-piatto e lo ...
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