1. Vostro, non più mio


    Data: 12/10/2018, Categorie: Erotici Racconti Autore: Chiara018, Fonte: RaccontiMilu

    Gentili signori della giuria, avete mai avuto la sensazione di non essere completamente appagati?
    
    Quel sottile senso di insoddisfazione che si insinua fastidiosamente quando avete appena raggiunto uno dei vostri traguardi, ottenuto ciò per cui avete tanto sudato o toccato ciò che avete sempre desiderato.
    
    “L’essere umano non è mai completamente soddisfatto”, potrete rispondermi voi, con la saccenza di chi, dall’alto, crede che tutto ciò che siamo possa essere inquadrato e classificato in schemi e tabelle, mediche, psichiatriche, psicologiche, sociologiche, antropologiche.
    
    E’ vero, avrei anche io risposto così, e lo avrei fatto con estrema sicurezza, con superbia, quasi. Vi avrei guardato, alzato il mento e con espressione di superiorità di avrei detto “E’ normale, fa parte della psiche umana”.
    
    Vi avrei risposto così.
    
    Adesso, non posso. Nè voglio.
    
    Dimenticato il classificabile, cancellato la parola “normalità”. Perchè se mi guardo, adesso, vedo tutto, fuorchè la “normalità”. Eppure lo sono, conduco una vita assolutamente normale, anzi, sono più “normale” di qualche giorno fa.
    
    Quante volte ho usato la parola “normalità” nelle ultime due righe? Troppe, meno di quante ero solita usarne in passato, molte meno di quanto voi, signori della giuria, lo facciate riferendovi a persone identiche a voi, che parlano la vostra stessa lingua, che guardano il mondo coi vostri stessi occhi.
    
    Rivalutate il concetto.
    
    “Che cos’è un matto? Vi risponderò senza giri di ...
    ... parole. Follia è l’incapacità di comunicare le tue idee. E’ come se fossi in un paese straniero: vedi tutto, comprendi tutto quello che succede intorno a te, ma sei incapace di spiegarti e di essere aiutata, perchè non capisci la lingua”. (Coelho, “Veronika decide di morire”).
    
    Pensate alla prospettiva. Chi è lo straniero, tra di noi? Voi o me? O entrambi? O nessuno?
    
    La differenza tra me e voi, e tra la Me di adesso e la Me di qualche tempo fa, è la capacità di sentire, inteso come provare qualunque tipo di emozione, senza giudicare, me in primis, gli altri, di conseguenza. Mi sono appena addentrata in questo abisso, una dimensione nuova per me, ho visto e sentito, aspetti che mai avrei pensato potermi appartenere.
    
    Ho goduto nello scoprirmi apolide, non parlare alcuna particolare lingua, non appartenere ad alcun particolare stato, ma APPARTENERE.
    
    Iniziare a farlo, a gioirne, a sentirmi, finalmente, pienamente soddisfatta, nelle “piccole cose”, provare a parlare una lingua diversa, appunto. Non la mia, quella del mio padrone.
    
    “Padrone”, proprietario, dominatore, possessore, colui che dispone e decide. In quanto padrone io dovrei essere “schiava”, colei che vive in una condizione di asservimento, priva di ogni diritto, priva della propria libertà, sotto l’arbitrio di un altra persona.
    
    Ma anche li, definizioni da dizionario, classificate, catalogate in ordine alfabetico e “incatenate” in concetti al fine di essere comprensibili ai più. Non è certo quello che io stò ...
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