Impianto elettrico nella casa in montagna
Data: 10/10/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: passeradisandra, Fonte: Annunci69
E’ bastato il primo giorno di rientro al lavoro, per annullare l’effetto Tenerife.
Giovedì una telefonata di mio padre che mi chiede se posso andare nel fine settimana a Carsòli, nella casa che ha ereditato dai nonni, in quanto deve finalmente andare l’elettricista a finire di sistemare l’impianto elettrico a “norma”. E bisogna saldare i lavori. Lui non se la sente perché ha ancora i postumi di un’intossicazione alimentare che lo ha debilitato.
Così sabato mattina alle 6:30 sono già in macchina, per poter essere sul posto già alle otto, ora in cui dovrebbe arrivare il tizio.
Con un quarto d’ora di ritardo squilla il citofono:
- si, chi è?
- sono l’elettricista
- salga pure
Apro la porta e:
- Sandra!
- Luigi!
- da quanto tempo… saranno vent’anni…
- forse anche venticinque
Quando eravamo ragazzi, allora avevamo tutti e due circa 11/12 anni, ogni estate io andavo in vacanza a Carsòli dai miei nonni e giocavo sempre con lui finché, verso i tredici anni cominciammo a giocare al dottore e l’ammalata… il più classico dei giochi semi innocenti della pubertà.
Poi i nonni, per gli acciacchi dell’età, dovettero trasferirsi a Roma e al paese ci si andava sempre più raramente. Nell’estate del 1990, era il 23 agosto per la festa patronale di Santa Vittoria, al ritorno dai festeggiamenti, mentre mi riaccompagnava a casa percorrendo alcune strade buie, Luigi mi bloccò contro un muro e mi baciò. Finalmente s’era deciso. Risposi al suo maldestro bacio ...
... dall’alto dell’esperienza che avevo già maturato coi vari ragazzi che avevo avuto, cercando e risucchiando la sua lingua fino a lasciarlo senza fiato. Gli presi le mani e le poggiai sul mio seno, gliele feci intrufolare dentro le coppe del reggiseno… Un rumore di passi ci fece trasalire e finì tutto lì.
L’estate successiva eravamo ambedue fidanzati, ovviamente con altre persone, ed a Carsòli andavo sempre più raramente così le nostre strade si separarono definitivamente. Nel 1992 mi sposai e Sebastiano, mio marito, in estate preferiva andare al suo paese, in Umbria.
Preparo un caffè e lo lascio in casa a finire l’impianto elettrico.
Io vado a spasso per il paese, a fare un tuffo nel mio passato, magari incontro qualche faccia conosciuta o che mi riconosca…
A casa non c’è niente per approntare un pranzo per cui, in una salumeria, compro pane ed affettati, insieme ad acqua minerale e birra, sufficienti anche per Luigi.
Rientro, passo uno straccio da cucina sul tavolo e stendo una tovaglia.
- Luigi, è pronto da mangiare. Quando vuoi…
- arrivo… ho finito, mi resta solo da radunare i miei attrezzi, ma lo faccio dopo
Sto disponendo gli affettati sull’antipastiera quando Luigi, silenziosamente, mi viene dietro e si poggia col suo cazzo già in erezione fra le mie natiche.
- Luigi…
- Zitta, sono passati venticinque anni da quella sera per Santa Vittoria… se non fosse stato per quei passi nel buio… Da quella sera ti ho sognata, ho immaginato come sarebbe ...