1. Serena ,Giuseppe e Silvio che caos


    Data: 07/10/2018, Categorie: Etero Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu

    ... farmi fare la mamma per il tempo necessario.
    
    La mia stima per Silvio era elevata e mi piaceva come persona. Un ‘ adulto’ con cui era positivo trascorrere il tempo.
    
    Aveva fatto tante esperienze nella sua vita professionale e privata e mi piaceva ascoltarle. Non parlava mai a caso ed io ero pronta e curiosa a farlo parlare .
    
    Toccavamo tutti i temi: politica, lavoro, vacanze, economia ed io gli chiedevo anche dei figli e della ex moglie.
    
    Sulla moglie era/è molto riservato. Mi diceva che era molto bella e che purtroppo era mancata la sintonia.
    
    E’ molto legato ai figli che vede non appena possibile.
    
    Sulla sua vita privata attuale raccontava poco. Pensavo che un uomo con le sue caratteristiche non avesse alcun problemi a circondarsi di belle signore.
    
    Adesso posso dire a posteriori che era diventato per me un ‘consigliori’ ed a volte un confessore. Individuava immediatamente i giorni in cui non ero per la quale e riusciva con sorrisi e parole a ridarmi equilibrio.
    
    Era tanto di famiglia che tenne a battesimo il piccolo diventandone lo ‘zio’ acquisito.
    
    Come anticipato nacque il piccolo e la nostra vita sessuale già ridotta divenne un lumicino vicino allo spegnimento.
    
    Mi chiedevo come mai mio marito non ‘ mi cercasse’. Vedevo di farmene una ragione. Il sesso, mi dicevo, non è fondamentale; sono altre le cose importanti.
    
    Bugia. Il sesso era ed è importante e fondamentale.
    
    Le chiacchierate con le amiche sull’argomento sesso non aiutavano. Si dicevano ...
    ... tutte soddisfatte, anche coloro che avevano figli.
    
    Il sesso, o meglio il non sesso, diventò una voce ricorrente dei miei pensieri. Voce che riuscivo ad interrompere solo con la masturbazione, sempre più frequente.
    
    Vivevo interiormente un continuo stato di malessere, che mascheravo con mio marito e gli altri, che in alcuni giorni avevo paura fosse evidente per tutti.
    
    Avevo ragione.
    
    Silvio si rese conto della mia irrequietezza, del mio malessere..
    
    Forse se ne era reso conto da molto ed un giorno riuscì, con molto tatto, a farmene parlare.
    
    Feci resistenza. Cercai di sviare e sviarlo. Ebbe perseveranza . Dopo due settimane dal suo primo: ti vedo strana qualcosa non va? Crollai e parlai.
    
    Forse desideravo quello. Qualcuno a cui dire.
    
    Mi stupì la sua serenità sull’argomento. Come fosse una cosa a lui già nota, già vissuta.
    
    Mi fece parlare. Raccontare. Dire. ‘Sfogai’ la mia rabbia ,i miei desideri ,le mie attese.
    
    Arrivò Giuseppe e quel giorno la nostra conversazione si interruppe per riprendere il giorno successivo.
    
    Il giorno dopo si presentò come al solito: pacato ,disponibile ad ascoltarmi senza preclusioni.
    
    Io, come al solito, indossavo le vesti di casa. Un comodo vestito con i bottoni sino in fondo, di quelli che si usano anche quando si è in maternità. Tra noi non c’erano formalità.
    
    Ero fortemente imbarazzata per quello che gli avevo raccontato e non sapevo come agire.
    
    Colse il mio imbarazzo e mi disse: sono o non sono il vostro amico ...
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