1. Una giornata storta


    Data: 30/09/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: kairos, Fonte: Annunci69

    Era una di quelle mattine in cui le cose andavano a modo loro, senza curarsi minimamente della volontà umana. La chiave che si spezza nella serratura del garage, il tacco che si stacca dalla suola e il caffè del collega che finisce sulla giacca nuova.
    
    Poca roba, fatti involontari certo. A chi non è mai capitata una giornata in cui va tutto storto?
    
    E allora? pochi drammi, l'importante è che finisca presto!
    
    Questo era quello che bisbigliavo a mezza bocca quando mi sedetti al volante per tornare a casa.
    
    Erano le sette di sera, pioveva e faceva freddo. Dal parabrezza appannato della vettura a malapena distinguevo i fari delle auto. In prossimità di un tratto rettilineo intravedo un luccichio intermittente sul lato destro della carreggiata. Era una vettura in panne. Mi accostai, più per dovere che per piacere, perché con tutta l'acqua che stava cadendo giù dal cielo, ne avrei fatto volentieri a meno di fermarmi, anche in virtù di quello che era successo in quella giornata.
    
    Dalla mia vettura scorgo la sagoma di una persona seduta nel posto di guida che si agita con un telefono tra le mani. Alla fine metto da parte tutte le mie riserve, parcheggio la macchina appena oltre e scendo dall'auto con l'ombrello aperto. Dalla portiera del conducente si abbassa il finestrino, era una signora sui cinquant'anni che mi guarda e sorride, come se avesse voluto dirmi: finalmente!
    
    L'acqua scendeva copiosa e in breve tempo ero zuppo come un pulcino, ma lo sguardo sperduto di ...
    ... quella donna mi aveva rapito. Entro dentro la sua vettura e lei, Giulia, mi spiegò il perché la macchina non ne voleva più sapere di rimettersi in moto. La sua apprensione ormai mi apparteneva, assecondavo con i movimenti del capo le sue spiegazioni e alla fine intuisco qual'era l'origine del guasto e lo risolvo.
    
    Era la batteria, come spesso accade alle donne che si fermano a parlare al telefono con i fari accesi...
    
    Fortunatamente porto sempre con me una coppia di cavi elettrici e rimettere in moto la sua vettura è stato un gioco da ragazzi.
    
    Sarebbe finita lì, nel senso che ci saremo salutati, ognuno avrebbe ripreso la propria strada e la propria vita, lei a casa dal marito e io dalla mia famiglia. Ma evidentemente quella serata strana non poteva finire così, lei si sentiva in debito con me e poiché abitava lì in zona e - aggiungo ora, col senno di poi - con astuzia, mi convinse a scortarla sino a casa sua.
    
    Dal garage di un villino spuntò un uomo dall'aspetto curato e per bene. Era il marito, Marco. Lui mi mette subito a mio agio: mi fa entrare e poiché ero fradicio mi da l'occorrente per asciugarmi e per cambiarmi, visto che Giulia aveva preso i miei panni per metterli dentro l'asciugatrice.
    
    - In un'oretta saranno pronti... ti va di mangiare qualcosa?
    
    Avevo fame e poi si era creata tra di noi una certa atmosfera che pareva brutto andare via. Ero eccitato, non lo nego, sembrava tutto organizzato, avevo presentimenti contrastanti ma ormai ero deciso ad andare sino ...
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