1. Il figlio della mia vicina


    Data: 27/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: benves, Fonte: Annunci69

    Sono a letto, ripenso spesso a quanto accaduto quel giorno, sono in bilico tra i miei sensi di colpa ed il mio narcisismo.
    
    All'epoca, io insegnante delle scuole superiori 45enne e lui, 19enne figlio della mia dirimpettaia.
    
    Non riesco ancora a comprendere come realmente possa essere accaduto quel giorno.
    
    Ancora non riesco a spiegarmi come, abbia potuto farmi coinvolgere in una situazione del genere senza controllarmi.
    
    Tutta colpa di quel maledetto temporale !
    
    Incontrai Francesco, il figlio della mia dirimpettaia, tornato da scuola bagnato come un pulcino ed infreddolito, sotto l’atrio del palazzo ove abitiamo.
    
    Lo conoscevo da tempo, fin da quando ragazzino frequentava casa mia assieme a Marcello, il suo cuginetto, anche lui abitante nello stesso palazzo.
    
    Nelle realtà piccole di paese è logico frequentarsi e sostenersi a vicenda, io da insegnante nel tempo libero mi prestavo anche ad aiutare i ragazzi, alleggerendo così le famiglie.
    
    Allora ero ancora sposata ma mio marito usciva la mattina e rientrava la sera tardi, il mio lavoro mi consentiva spesso di avere pomeriggi liberi.
    
    L'ho visto crescere, come suol dirsi.
    
    Talvolta da piccoli, bussavano alla mia porta alla ricerca del fatidico biscottino, poi venivano anche per farsi spiegare qualche regola di aritmetica o di geometria.
    
    Quel giorno, era lì tutto bagnato ed infreddolito, aveva scordato le chiavi di casa ed i suoi erano fuori per lavoro, come potevo ignorarlo.
    
    Lo invitai in casa mia, ...
    ... offrendogli quanto meno qualcosa di caldo e di asciugarsi un po, sottraendosi all’azione incalzante di un vento gelido e tagliante che spirava a folate intermittenti ed improvvise.
    
    Ricordo come se fosse ieri, il tremore del giovane, i suoi occhi vivi e lucidi, i capelli appiattiti dall’acqua e ripiegati sulla fronte, i jeans incollati alle cosce e la felpa che aderiva ad una camicia a sua volta interamente bagnata.
    
    Lo invitai ad avvisare i suoi sul cellulare, affinché qualcuno gli portasse le chiavi ma, sia papà che mamma erano troppo impegnati al lavoro e non potevano svincolarsi quindi, mi proposi di ospitarlo fino al loro rientro.
    
    Non avendo abiti maschili da offrirgli, lo invitai a recarsi nel bagno per liberarsi degli abiti bagnati ed asciugarsi, offrendogli di sostituirli con un accappatoio.
    
    Francesco oppose un diniego di cortesia ma, resosi conto che non poteva ulteriormente sostenere quella condizione di disagio , sia pure con imbarazzo ed incertezza malcelati, accettò.
    
    E tutto avvenne nel modo più banale e semplice possibile.
    
    Eravamo sul divano, ben distanti l’una dall’altro ad attendere che qualcuno della famiglia tornasse, ed ingannavano il tempo parlando delle problematiche giovanili e delle attese spesso deluse vuoi dei genitori che degli stessi giovani, dell’evoluzione che aveva portato gli uomini e le donne ad essere molto più vicini ad una reale possibilità di vivere un rapporto solo amichevole e privo di equivoci quando….improvvisamente le ...
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