1. Il giudizio di paride - 1, la festa di nozze


    Data: 19/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... altro a spingere il carro del Sole dall’uno all’altro orizzonte, un giorno dopo l’altro, dall’inizio dei tempi; se fosse un altro a impastoiare i focosi cavalli e a tenerli con pugno di ferro, affinché il Sole non si schianti sulla Terra, ma resti nel suo giusto percorso e gli umani possano godere della sua luce e del suo calore un giorno dopo l’altro fino alla fine dei tempi.
    
    Ci rimettiamo alla tua sapienza e al tuo senso di giustizia, padre Zeus.”, e detto questo, chinò la testa in segno di sottomissione e indietreggiò alcuni passi, portandosi vicino ai fratelli.
    
    Il Dio Supremo rimase a guardarli per un pezzo pensieroso. Con una mano stringeva la mela fatale, con l’altra si lisciava la lunga barba fluente. Sentiva gli occhi di tutti fissi su di lui: quella strega di Ate lo aveva messo in un bel pasticcio: qualunque fosse stato il suo responso, avrebbe creato odi ed inimicizie nell’Olimpo difficili da appianare.
    
    Volse lo sguardo a sua moglie, ma Era Regina si limitò a scuotere leggermente la testa. Allora trasse un profondo respiro: se qualcuno doveva assumersi la responsabilità di quella rogna, che fosse almeno uno di fuori: il suo compito era di salvaguardare e mantenere a tutto i costi la buona armonia nel Consesso degli dei.
    
    “Figli miei, - esordì allora, tirandosi pensosamente la barba – è una decisione davvero difficile quella che mi chiedete, una decisione che lacera il mio cuore paterno. Le ...
    ... vostre ragioni hanno tutte lo stesso peso ai miei occhi e tutti e tre mi siete ugualmente cari. Figli dei miei lombi, sangue del mio sangue, gagliardi della mia stessa gagliardia. Ma questa mela chiede il suo verdetto. Io stabilisco allora che sia un umano a giudicare chi di voi ne sia il più degno, un infimo degli umani che non vi conosca e che non abbia idea del vostro valore.”
    
    Ebe, la divina coppiera, si chinò a bisbigliargli qualcosa all’orecchio.
    
    “Sulle montagne selvagge della Scizia, - riprese Zeus – c’è un giovane pastore di nome Paride: andrete da lui e lui deciderà chi sia il più gagliardo fra voi tre. Così ho deciso.”, e scosse la testa il Dio Supremoo, e il fulmine saettò nel cielo sereno a sancire il verdetto.
    
    “Che la festa riprenda.”, disse poi, prendendo la coppa dalle mani di Ebe e sollevandola verso gli sposi.
    
    “Che la festa riprenda!”, urlarono tutti in risposta, alzando anche loro la coppa.
    
    E gli sposi ripresero ad affettare la torta nuziale, il nettare e l’ambrosia ripresero a scorrere a fiumi, i Satiri infoiati ripresero a lanciare motteggi salaci alle belle dee e ai procaci Amorini, le mani indiscrete ripresero a infilarsi sotto le tuniche, palpeggiando nascostamente morbide rotondità o molli serpentelli; ma l’allegria si era come offuscata, il nettare aveva preso un gusto amaro, i motteggi erano diventati scipiti e un cupo senso di tragedia incombeva ormai su tutta la festa.
    
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