1. Il giudizio di paride - 1, la festa di nozze


    Data: 19/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    I festeggiamenti per le nozze di Peleo e Teti, iniziati con tanto fasto e tanta allegria, si erano chiusi nella discordia e con un senso di tragedia incombente.
    
    Ma cos’era successo? Era successo che nel bel mezzo del banchetto, fra le danze delle Ninfe silvane e i motteggi salaci dei Satiri verso le belle dee e i procaci Amorini, mentre l’ambrosia e il nettare scorrevano a fiumi e il brillante Ermes, nonostante le occhiate severe di Era Regina, faceva scompisciare dalle risate i giovani dei che gli facevano corona, raccontando le sconce barzellette apprese nei bordelli di Babilonia, un improvviso vento gelido aveva spazzato via ogni allegria e sulla porta si era stagliata terribile Ate, l’antipatica signora della discordia, quanto mai irritata per essere stata ancora una volta dimenticata.
    
    Livida in volto, vestita di nero dalla testa ai piedi, con gli occhi fiammeggianti e i capelli guizzanti sulla testa come le vipere di Medusa, essa avanzò nel silenzio generale verso la coppia nuziale, impietrita nell’atto di tagliare la torta, e con un ghigno perverso lanciò sulla tavolata una mela d’oro scintillante.
    
    “A voi, bella gente!”, disse con voce stridula e, scoppiando a ridere sconciamente, si voltò e uscì da dove era entrata.
    
    Il primo a recuperare il proprio spirito fu Ermes, che corse a raccogliere la mela, rigirandosela fra le mani.
    
    “Al più gagliardo.”, vi lesse scritto sopra e si guardò attorno con aria stupita.
    
    “Questa è mia!”, gliela strappò di mano ...
    ... Efesto lo Sciancato.
    
    Ma Ares si alzò mollemente dal divanetto su cui stava facendo quattro chiacchiere con la bella Afrodite, e si avvicinò, sistemandosi con ostentazione il davanti scomposto del gonnelino, che a malapena gli copriva l’enorme rigonfio del perizoma.
    
    “Giù le mani da quella mela! – disse con tono ironico – Qui, se c’è qualcuno davvero gagliardo – e lanciò un’occhiata furtiva ad Afrodite, che si leccò lascivamente il labbro superiore – quello è proprio la sottoscritta divinità.”
    
    E fece per afferrare la mela d’oro, che Efesto con una smorfia cattiva allontanò repenti-
    
    namente dalla sua portata.
    
    “Sembra che vi stiate dimenticando di non essere gli unici in questa magnifica sala.”, disse una placida voce.
    
    I due si voltarono di scatto: il divino Apollo si faceva avanti, circonfuso dall’alone luminoso del suo sorriso.
    
    “Credo di poter avanzare pure io qualche pretesa, non credete, cari fratelli?”, continuò.
    
    “Fratelli, un corno”, bofonchiò lo Sciancato, continuando a stringersi le mela contro il petto.
    
    La volgare insinuazione rabbuiò la luce negli occhi di Apollo, che strinse i pugni, pronto a sostenere la lotta. Vedendo addensarsi la tempesta, gli altri dei ed eroi, che si apprestavano a far valere anch’essi le loro ragioni, preferirono ritirarsi in buon ordine e aspettare l’evolversi degli eventi.
    
    “Vergogna, Efesto! – si interpose allora Ares – E tu perdonalo, Apollo: è sempre stato un po’ invidioso della tua bellezza. Ma perché litigare? ...
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