Il giudizio di paride - 1, la festa di nozze
Data: 19/09/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... Rimettiamoci al giudizio di nostro padre Zeus: lui conosce i nostri meriti e saprà ben valutare chi è più degno della mela fra noi tre.”
Apollo chinò graziosamente la testa in segno di assenso e ad Efesto non rimase che accettare anche lui.
La Coppia Reale sedeva a fianco degli sposi, al posto d’onore. I tre si avvicinarono. Ares sorrise a Teti, pallida sotto il velo nuziale, poi si inchinò alla Madre e infine, rivolgendosi rispettosamente a Zeus:
“Padre, - disse – veniamo a te per risolvere una questione che rischia di turbare l’armonia tra i tuoi figli. La perfida Ate ha lasciato questa mela d’oro destinandola al più gagliardo di noi e solo tu puoi sciogliere il dilemma ed emettere un verdetto, che noi accetteremo senza recriminazioni.”
Zeus non rispose, ma si limitò a tendere la mano verso Efesto, che però si ritrasse e lo fissò torvo.
“Dammela!”, gli intimò allora il Dio Supremo.
E quando l’ebbe in mano:
“Al più gagliardo…”, lesse piano.
“Distruggi quella mela. – gli bisbigliò Era, sporgendosi verso di lui – Da quella strega di Ate non vengono altro che guai.”
“Quello che è fatto, è fatto. – le rispose però Zeus – Ormai non si può più tornare indietro.”
E rivolgendosi ai figli:
“Bene, sentiamo le vostre ragioni. Perché questa mela dovrebbe essere tua, Efesto?”
“Perché? – fece il Dio esasperato, allargando le braccia come a comprendere tutto quello che li circondava – Guardati attorno, padre: chi ha costruito queste sale? Chi ha ...
... cesellato con opera mirabile i gioielli che vi adornano? Questo tuo figlio sciancato! E chi ha forgiato con sapienza gli strumenti che usano gli umani e le stesse armi con cui Ares si copre di gloria sui campi di battaglia? Il tuo figlio sciancato, padre Zeus, battendo gagliardamente con maglio e martello sulle incudini dei Titani nel cuore rovente della Terra!”
“Va bene, va bene. – lo interruppe Zeus – Abbiamo compreso e te ne riconosciamo il merito. E tu Ares?”
Il dio si guardò intorno con aria sicura.
“Padre Zeus, - cominciò – il mio divino fratello dice il vero: è a lui che dobbiamo tutte le comodità che rendono la nostra vita degna di essere vissuta, e alla gagliardia del suo braccio infaticabile dobbiamo le armi per le nostre guerre. Ma è la gagliardia di queste braccia, - tuonò, flettendo i poderosi bicipiti – è la gagliardia di queste mani che le porta in battaglia, dove più infuria la mischia sanguinosa! E’ la gagliardia di questo petto – e si batté col pugno i pettorali, possenti come lastre di granito – che infonde coraggio agli eroi e disanima i vili mettendoli in fuga! Per non parlare…”, aggiunse, abbassando gli occhi con finta modestia e con finto pudore tirandosi giù il davanti del succinto gonnellino, che lasciava indovinare ben altre gagliardie al suo disotto.
“Conosciamo la maestria e le prodezze dei nostri fratelli, Padre Zeus, - lo interruppe però il divino Apollo, facendosi avanti – e mai ci sogneremmo di metterci in competizione con loro, se fosse un ...