1. L’ascensore.


    Data: 04/12/2023, Categorie: Prime Esperienze Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... della mia vagina, colpisce con forza il fondo, sbattendo contro l’utero, provocandomi una scarica di piacere sconvolgente, che mi porta direttamente all’orgasmo. Devo appoggiarmi con le mani ai fianchi del giovane, per non cadere dalla spinta che ho ricevuto da dietro. Godo a bocca piena del cazzo che l’altro vi ha infilato dentro. Un lunghissimo gemito mi fa scuotere tutta. Loro restano fermi un secondo, poi cominciano a pompare all’impazzata. Quello davanti mi spinge il cazzo in bocca, fino a farlo sbattere contro l'ugola. L’altro estrae per metà la grossa verga, per poi infilarla dentro di colpo, fino in fondo, mandandomi ai pazzi per la provocata libidine. Godo, vengo e godo, finché sento quello davanti aumentare il ritmo. Si gonfia dentro di me e, come prevedo, m’inonda la bocca di sborra calda e densa. Mi incita, a mandarla giù, neanche vi fosse bisogno di dirlo. Ingoio, lecco, tutto quel nettare caldo, mentre non posso trattenermi dall'esternare un nuovo orgasmo: mi sfilo il cazzo di bocca e sento il mio corpo vibrare.
    «Yes…sì …Vengo!»
    Anche il mio secondo amante è pronto. Lo sento aumentare le pompate, più veloci, poi di colpo si sfila. Mi gira, mi fa inginocchiare e, con una mano sulla mia testa, mi porta la verga davanti al viso. Nonostante la mia bocca sia ampia, quasi non riesco a contenere il glande che mi spinge dentro. Lecco appena e subito un getto denso e ...
    ... caldo mi inonda la cavita orale; è buona, più densa dell’altro, più dolce. Bevo, succhio, ingoio fino all’ultima goccia. Resto qualche secondo in quella posizione, poi, di colpo, le luci si riaccendono, una voce dall’altoparlante si scusa per l’inconveniente. Ho appena il tempo di tirarmi giù la gonna e rimettermi in piedi. Il giovane, digita di nuovo i numeri dei piani sulla tastiera e l’ascensore riparte velocissimo, così da raggiungere il mio piano in pochi secondi. Le porte si aprono. Esco e, con passi malfermi, m’incammino verso la porta del mio appartamento, senza voltarmi. Apro e, appena dentro, mi appoggio alla porta. Sono sudata, sento caldo, chiudo gli occhi.
    Con la mente, ripercorro quanto è appena accaduto: no, non ho sognato. In circa quindici minuti, son venuta quattro volte, ho bevuto due copiose sborrate, di cui sento ancora il sapore in bocca.
    Decido di far una doccia veloce. Vado in camera mia e, mentre mi spoglio, mi accorgo di non aver più lo string. Faccio mente locale: deve essere stato il giovane a prenderlo, quando me l’ha tolto. Forse lo vuole come trofeo, a ricordo di questa strana avventura o, magari, per esibirlo come prova, quando racconterà il fatto ai suoi amici.
    Sono eccitata al pensiero che altri maschi possano sbavare pensando a me.
    Sorrido compiaciuta con me stessa, mentre l’acqua tiepida esce dalla griglia della doccia e lava il mio corpo. 
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