1. L’ascensore.


    Data: 04/12/2023, Categorie: Prime Esperienze Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz


    Mi trovo a New York per il matrimonio della figlia della mia migliore amica. L’ho vista nascere e sono stata la sua madrina al battesimo; ora mi ha chiesto di farle da testimone al matrimonio. Siamo arrivati tre giorni fa, io e mio marito. Siamo ospiti nell’appartamento della mia amica, che si trova al ventesimo piano di un palazzo, che ne ha circa una trentina. Certo, per me che abito in una villetta su due livelli, trovarsi a dormire così in alto, fa un certo effetto. Lei mi ha detto, che è solo questione di abitudine, poi, sopra di lei, iniziano i piani occupati prevalentemente da uffici, per cui, dopo le diciassette, lo stabile si svuota e regna la tranquillità più assoluta. Per il matrimonio è stato fatto quasi tutto, mancano solo alcuni dettagli: le prove in chiesa e quelle del vestito, avendo già provveduto a tutto il resto. Essendoci del tempo libero, ci stiamo godendo alcune giornate di vacanza, insieme ai due futuri sposi. Oggi il programma prevede che i maschietti se ne vadano a visitare un negozio specializzato in tecnologia elettronica, mentre noi donne ci recheremo nel negozio del pasticciere, giusto per definire gli ornamenti della torta nuziale, e, poi, massima libertà. Appena uscite, mi rendo conto di due cose: son vestita troppo pesante con gonna, calze autoreggenti, camicetta e giacchetto di renna, al punto da farmi sudare; poi, ho dimenticato il cellulare. La mia amica mi indica un palazzo, che si trova ad appena due isolati da noi.
    «Vieni giù per questa ...
    ... via: fa con calma; tanto noi impiegheremo non meno di mezzora; se non ci trovi, chiama».
    Detto questo, mi lascia le chiavi dell’appartamento e s’incammina con la figlia. Rientro, vedo l’ascensore che sta per chiudersi, mi affretto ed uno dei due uomini che son dentro, blocca le porte, consentendomi di entrare con loro.
    «Grazie».
    Poi mi correggo e lo ripeto in inglese. Mi ritrovo con un signore di circa quarant'anni, ben vestito. Capelli lunghi, tenuti legati dietro la nuca a coda, barba rasata corta. L’altro, anche lui in giacca e cravatta, sembra più giovane, forse sui trenta, con una ventiquattrore in mano. Digito il numero del mio piano, vedo che loro hanno già richiesto il ventinovesimo. Mi posiziono davanti a loro, gambe appena divaricate. Sicuramente i due mi scrutano, devo esser un bello spettacolo. Capelli neri mossi, che mi arrivano alle spalle, giacchetto di renna, gonna corta, calze nere, scarpe con circa otto centimetri di tacco. Il mio splendido culetto deve far la sua porca figura, sicuramente sono un bell’insieme da vedere. Le porte si chiudono, l’ascensore parte velocissimo, poi, di colpo, si blocca, perdo l’equilibrio, cado all’indietro addosso al signore più anziano, che, immediatamente, mi afferra con le braccia intorno alla vita. Buio totale. Fermi per alcuni secondi, immobili, senza capire cosa può esser successo. Sento il corpo del mio salvatore, aderire al mio. I muscoli duri del petto aderiscono alla mia schiena, oltre un bozzo consistente che preme ...
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