1. Il patto Atto 1


    Data: 17/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Abisso, Fonte: EroticiRacconti

    ... rimanente diede una sciacquata veloce alle mutandine e alle braghette macchiate dalla pipì.
    
    Iskra era stata molto chiara al riguardo.
    
    -Non potrete farle del male. Darle troppo da mangiare o da bere. Farla dormire comoda e al caldo. Permetterle di lavarsi. E specialmente di toccarsi o farla godere.-
    
    La marcia riprese due ore dopo. Vidana non aveva recuperato del tutto le ore di sonno perso, ma i ritardi non erano accettabili.
    
    Nel pomeriggio le tre raggiunsero un lago. Dopo aver assicurato meglio Vidana al carro le due donne si spogliarono completamente e fecero il bagno nell’acqua gelida. Vidana non riuscì a capire come quelle due potessero nuotare con quella temperatura. E lo stesso valeva per le carezze che Olimpia e Skylar si scambiarono sulla riva aspettando di asciugarsi.
    
    L’ultima notte Vidana pote dormire con il suo telo di plastica, e all’alba fu Skylar a svegliarla, accarezzandole la fronte. Skylar rimase molto sorpresa da come la ragazza aveva resistito. Ora però, era dimagrita, i muscoli delle gambe cominciavano a farle molto male, le scarpe e i vestiti erano sporchi e strappati, i lunghi capelli erano spettinati e la sua espressione era quella di una moribonda.
    
    Per sua fortuna il lungo viaggio a piedi ebbe fine verso le undici del mattino, quando le tre arrivarono ad una strada sterrata. Ad attenderle trovarono due auto blindate, un camion e un hummer. Al loro arrivo una guardia aprì la portiera dell’hummer e da esso scese Iskra in un completo di ...
    ... pelle nera.
    
    -Ben arrivate. Vedo che la nostra ospite è un po stanca.-
    
    Appena il carretto fu fermo Vidana si accasciò a terra mezza svenuta. Sognava di dormire, mangiare e lavarsi. Ma anche morire e basta le sarebbe bastato.
    
    Iskra le si avvicinò per esaminarla meglio. Intravedendo un livido appena sotto la maglietta, tirò su l’indumento trovando una bella botta violacea sulla soffice pelle della ragazza.
    
    Non le ci volle molto per intuirne la causa. Rimessa a posto la maglietta si avvicinò a Olimpia.
    
    -Dopo io e te faremo una chiacchierata.- Disse con tono serio.
    
    Olimpia non lo diede a vedere, ma il dolore e la vergogna per aver deluso la sua signora le avevano fatto più male di un calcio nello sterno.
    
    -Su forza. In marcia.-
    
    -La lasciamo a piedi lei?- Chiese una delle guardie prendendo le briglie del ronzino.
    
    Anche se ancora cosciente Vidana non riuscì a rialzarsi. Mentre il carretto andava avanti il suo corpo venne trascinato sull’erba ai margini della strada.
    
    -No. Questa non si rialza più. Mettetela nel camion.-
    
    La guardia all’ora le sfilò le cinghie ai polsi dalla corda, la prese in spalla e l’adagiò delicatamente nel cassone coperto del camion. Li Vidana, in un piccolo spazio tra delle casse di scorte, pote finalmente riposare cullata dal lieve ondeggiare del veicolo.
    
    Due giorni dopo si risvegliò nuda in una stanza fredda e buia. I dolori alle articolazioni e alla schiena erano spariti, merito di alcune iniezioni di ricostituenti fattele da ...
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