1. Io e mia sorella: capitolo 2


    Data: 13/05/2023, Categorie: Incesti Tue Racconti Autore: parolealvento.97, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... tutta me stessa a osservare ogni suo piccolo movimento, ogni minuscola smorfia. Continuai a leggere, probabilmente lo stesso paragrafo per diverse volte, mentre lei guardava la TV. La mia concentrazione era altalenante, il mio intelletto diviso tra ciò che leggevo (sempre più distante da me) e la vista delle sue cosce, delle ginocchia, dei polpacci e dei piedi scoperti.
    
    Avevo bisogno di una doccia fredda e così ne feci una; devo dire che la cosa mi giovò, momentaneamente. Cenammo, telefonammo ai nostri genitori, guardammo un film e andammo a dormire a mezzanotte passata. Il buio della stanza invase lo spazio intorno a noi, aumentando a dismisura i confini della camera: Nami era a una distanza di due comodini da me, ma avrebbe potuto essere dall’altra parte dell’oceano. Un paio d’ore passarono come niente, ma il sonno non voleva arrivare. La mia mente era affaticata dalle continue immagini di mia sorella appena uscita dalla doccia, dalle sue gambe nude distese sulla sedia accanto a me, dal profumo della sua pelle. Cercai di captare un qualche segnale che potesse convincermi che Nami stesse dormendo: il silenzio più assoluto e l’immobilità dell’aria attorno a noi mi spinse a concedermi il lusso di credere che il mondo del raziocinio, per lei, aveva lasciato spazio a quello dei sogni.
    
    Presi la decisione di fare ciò che da tempo rimandavo e che non avevo più il coraggio né la forza di posticipare. Non mi curai minimamente di coprirmi con il lenzuolo (troppo caldo per ...
    ... farlo) dal momento che il buio più totale già m’offriva la sua protezione. Cercando di muovermi il più silenziosamente possibile, mi liberai del reggiseno e degli slip (gli unici compagni che vegliavano sul mio corpo durante la notte) e, novella mirmidone, salpai alla conquista del mio personale Vello d’oro.
    
    Tastai il mio corpo, le mani conoscevano ogni posto segreto capace di scatenare il piacere fisico che stavo cercando. Dita vogliose sfiorarono i fianchi seguendone la curva del bacino, della gamba ripiegata perpendicolarmente all’altra, della caviglia. Era conscia di ciò che serviva per accendermi, ma volevo godermi appieno il momento, arrivarci pian piano come chi corre la corsa campestre. Mi accarezzai la curva dolce della mandibola, le clavicole, lo sterno; sparsi un po’ di sudore lungo tutto il mio ventre, lì dove la valle tra le colline inizia a digradare dolcemente verso la caverna, giusto poco prima di arrivare a quel piccolo pozzetto centrale tanto capace di generare passione.
    
    Iniziai a sentire forte il contrabbasso e l’organo, nelle profondità del mio ventre, vibrare sommessamente scuotendomi dalle fondamenta. Decisi di indugiare un po’ su quelle piccole ciliegie che campeggiavano sulle due colline a est e ovest del mio corpo, desiderosa di farle svegliare totalmente e renderle mature e dolci e succose per un’ipotetica bocca vogliosa di assaporarle. Stuzzicai le due estremità che in breve s’inturgidirono
    
    (e i primi flauti, clarinetti e fagotti m’inondarono di ...
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