1. La pioggia


    Data: 11/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: boreetoah, Fonte: Annunci69

    ... baci sulle gote, sulle palpebre, sulla fronte; la lingua leccava il naso e gli lappava le labbra,senza che lui le concedesse il diritto di esplorargli la bocca e Carlo non insistette, conoscendo il suo uomo. Intanto con le dita gli tirava e arruffava la barba folta e morbida. Scese lungo il collo leccando e posando baci leggeri e umidi poi, mentre con le mani gli sbottonava la camicia, gli stuzzicò l’orecchio sinistro mordicchiandolo, infilandogli dentro la lingua e sussurrandogli paroline che usavano solo nella loro intimità. Il suo uomo emetteva strani suoni, se non avesse pensato che fosse impossibile li avrebbe scambiati per fusa, specie di gorgoglii che gli fecero capire che lui apprezzava e che stava facendo bene. Muovendo il bacino fece uscire il membro ormai svigorito, ma sempre dalle dimensioni importanti e se lo tirò sul grembo stringendolo con una mano al proprio e cominciando a masturbarli insieme, provocando un sonoro sospiro a entrambi. Durante questo trattamento lento e stimolante si dedicò al suo torace. Con una mano gli tirò i peli del petto, poi passò a strizzargli un capezzolo, intanto che la lingua si dedicava con egual zelo all’altro bocciolo. I gemiti si fecero più impellenti nello stesso tempo che i membri ritornarono rigidi e turgidi. Poi si sentì uno schietto grugnito e Carlo capì che lui era pronto. Pietro si alzò sulle ginocchia facendogli perdere l’equilibrio, lo prese per i fianchi e lo fece girare. Gli tolse la maglietta ormai zuppa di umori e ...
    ... pioggia e spingendogli la schiena in avanti lo fece piegare fino a mostrare il bel sedere aperto e pronto all’uso. Anche stavolta gli appoggiò il cazzo e lo penetrò tutto d’un colpo, ma il sudore e lo sperma che non era uscito dal suo retto avevano reso l’operazione indolore. Pietro si lanciò in una cavalcata agguerrita per qualche minuto senza curarsi dell’impertinente, ma le urla di piacere che questi lanciava e i gemiti che gli strappava con quel suo culo stretto e caldo furono un buon deterrente alla rabbia che lo aveva travolto. Rallentò quindi il ritmo per godersi la scopata e, mentre lo infilzava lentamente, si chinò sul dorso a baciargli il collo e la schiena e dandogli una spinta forte e profonda lo morse sulla nuca come fanno i maschi degli animali quando coprono le femmine, per fargli capire che lui era il suo uomo, il suo maschio, che in quel momento era lui a coprirlo,ma non dimenticava il piacere che l’altro gli dava. Continuò ancora per diversi minuti, ma ora si era raddrizzato e se lo era portato dietro stringendoselo al petto; gli torse un capezzolo facendolo guaire, poi portò la mano al cazzo duro e dritto e cominciò a masturbarlo. L ‘altra mano lo stringeva al fianco per tirarselo contro, lo morse sul lobo dell’orecchio e gli fece girare la testa per potersi impadronire della sua bocca e della sua lingua che ora sì, aveva il permesso di dedicarsi a lui e di gustarne la saliva. Carlo gli portò una mano dietro la nuca e una sulla natica cercando di accoglierlo ...