1. Treno Locale


    Data: 10/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: DukeGB, Fonte: RaccontiMilu

    ... contatto già ha tranquillizzato il mio animo in subbuglio.
    
    E’ come una precisazione inconscia che mi segnala che lei è effettivamente lì, al mio fianco, così vicina e così accondiscendente. Attimi di sguardi, di occhiate, accompagnati dal sorriso e da un soffio reciproco benevolente, che tutto dice che tutto racconta. E’ un soffio fatto a labbra sorridenti e leggermente dischiuse che sta a significare, sei qui, ora sono in pace, lieto della tua vicinanza, contento della tua presenza, quasi non ci speravo.
    
    Poi, lo sguardo un po’ timido si allontana, si guarda cose di cui non ci interessa niente, ma subito ci si ricerca e ci si rincontra.
    
    E lì quanto parla!, quante cose racconta!:
    
    -Avevo bisogno di rivederti, non ce la facevo più senza di te, ti desideravo, ti desidero, dio quanto mi sei mancata, quanto già mi manchi.
    
    L’arrivo rumoreggiante del locale distoglie momentaneamente l’attenzione dai suoi piccoli occhi a mandorla. La puzza di treno, dei freni, ci irrigidisce nell’attesa del salire. Pochissimi altri viaggiatori salgono su quell’anonimo locale che andrà a perdersi nelle campagne della bassa, in posti di oblio.
    
    Come volesse già recuperare ritardo, il treno subito si avvia cercando il ritmo del suo viaggio.
    
    Il vagone è vuoto, siamo uno di fronte all’altra.
    
    – Vorrei dirti…
    
    – Vorrei farti…
    
    Ma solo i miei occhi, dolorosamente si riempiono di lei, di quel bisogno insensato d’averla come sfondo, come paesaggio, sperduti loro ed io, se non la ...
    ... dovessimo più vedere. Un altro sorriso, un altro sbuffo, come complicità del nostro stare bene insieme.
    
    La mia mano che coraggiosamente prende la sua, la manipola come a cercarvi la sua essenza, la sua compagnia. Mi guarda non capendo. Le stringo la mano cercando di farle capire quanto mi è mancata. Mi guarda non capendo.
    
    Lei, la mia piccola orientale preferita, con quel suo italiano striminzito, parlato tutto al presente con delle inflessioni spagnole, chissà come mai, in alcune parole.
    
    – Come va? Le chiedo speranzoso.
    
    – Io contienta.
    
    Ecco è lei Lucy, uno schricciolo alto un metro e quaranta e poco più, con cui mi sono incontrato innumerevoli volte, con cui sono entrato in sintonia. Con cui ricarico le mie batterie esauste. Ed ora che è con me, già sento confluire l’energia vitale che mi infonde forza, speranze. La campagna scorre con pennellate quasi orizzontali aldilà del vetro semichiuso. Fa caldo e l’aria che irrompe dai finestrini aperti crea una freschezza temporanea.
    
    Lodi è già alle nostre spalle che non resistendo più la attiro al mio fianco, impaziente di toccarla di carezzarla sin nel suo più intimo. Nel mentre la bacio forzatamente, la mia mano già le ha fatto scivolare le mutandine Hello Kitty, suo vezzo infantile, togliendogliele poi del tutto.
    
    Voglio che si senta nuda, alla mercé di sguardi inquisitori del suo sesso. Senza attesa il mio medio le è tutto dentro mentre un po’ lei si abbandona alla sua sensazione di piacere socchiudendo gli occhi. ...