1. Treno Locale


    Data: 10/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: DukeGB, Fonte: RaccontiMilu

    I primi giorni di questo giugno sono gradevolmente splendidi.
    
    Lo si vede nella natura oramai con i suoi vestiti sgargianti.
    
    Lo si vede nelle fanciulle con i loro vestiti svolazzanti.
    
    Lo si sente nell’aria nei suoi aromi inebrianti.
    
    Si può quasi percepire, per chi più sensibile, lo sfrigolio sulla pelle dell’estate eccitante, da vivere appieno. La mente volge alla spensieratezza, allo star bene serenamente. I pensieri volgono al desiderio, all’empatia. Si è più propensi verso chiunque, e l’altro appare più addomesticabile.
    
    In questo stato d’animo simile ad un giovine virgulto che vuole emergere, sento crescere l’impazienza di andare per due giorni lontano da Milano e staccare dall’alienante lavoro che mi fagocita, che mi spiana.
    
    Tra poco sarò alla stazione di Rogoredo, dove incontrerò lei, ovvero colei che ha accettato di condividere assieme due giorni di spensieratezza, di divertimento, di rilassamento.
    
    Dovevo assolutamente staccare, il cervello ai minimi della sua carica elettrostatica da giorni mi segnalava il bisogno impellente di una ricarica totale. E nel mio animo, nel mio immaginario, il luogo dove gli elettrodi pescano la corrente per la ricarica generale è la campagna, anzi la tranquillità della campagna.
    
    Se in aggiunta a ciò, il tempo trascorso è con colei che da sola elettrizza i miei neuroni con la sua presenza, capirete che botta di energia confluirà nelle mie batterie poi pronte a farmi percorrere parecchio tragitto prima del ...
    ... necessitare di un repeat.
    
    La mia impazienza è agli sgoccioli, doveva essere già qui da quindici minuti ed il suo cellulare risponde a vuoto.
    
    Avevo riversato tutte le mie aspettative per questi due giorni su di lei ed ora mi dà buca.
    
    Sono atterrito, già intravvedo due giorni grigi di solitudine e squallore in quella mia destinazione dal farmi quasi cambiare idea e rinunciarvi, quando inaspettatamente un trillo!
    
    Un rapido colpo d’occhio.
    
    E’ lei!
    
    – Dove sei?
    
    – Sono qui!
    
    – Arrivo.
    
    Il bancone dell’anonimo bar della stazione ci accomuna al gustarci un qualcosa insieme. L’aroma del caffè già stimola le endorfine di entrambi, consapevoli di tutto quanto potenzialmente ci aspetta. Poche parole ci vengono in mente perché dopo la lunga attesa per entrambi, quando finalmente ricongiunti, vi è quella sensazione di appagamento che dimentica tutto il resto. Solo gli occhi parlano tra loro mentre degustiamo il nostro caffè all’unisono.
    
    Ed è tutto un :
    
    – Quanto tempo!
    
    – Non vedevo l’ora.
    
    – Finalmente sei qui.
    
    – Quanta voglia di vederti.
    
    Mentre l’altoparlante diffonde gli annunci, nostra base musicale di quell’inizio di mattinata. Stridii di freni intercalati dalla batteria delle ruote sulle congiunzioni dei binari danno un ritmo rap a quella mezz’ora di attesa del nostro locale. Con difficoltà riesco si e no a trattenere la mia mano così vogliosa di lei dall’appoggiarsi alla sua spalla.
    
    La mia mano è più psicologa di me, quel breve tocco, quel lieve ...
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