1. Nuora e suocera. Terza parte.


    Data: 08/01/2023, Categorie: Cuckold Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... molto, così decido di lanciargli una nuova provocazione.
    «Sei meraviglioso! Un vero toro da monta! Adesso voglio sentirti anche nel culo! Dai, sfondami anche il culo!»
    Non si fa pregare, si sfila e mi rigira e, un attimo dopo, lo sento entrare dentro di me con una spinta decisa, finché il suo corpo non aderisce al mio. Mi prende per i fianchi e mi pompa sempre più energicamente, eccitato dal gioco.
    «Fantastica! Sei una vacca stupenda! Ti sfondo il culo! Ti voglio sfondare tutta!»
    Mi sbatte come un ossesso. Mi scopa con colpi durissimi, ed io ho un altro orgasmo, che gli urlo a piena voce. Poi di colpo mi spingo in avanti, mi sfilo, mi rigiro e lo guardo dritto negli occhi.
    «Adesso, adesso che ho goduto come una troia, voglio bere il tuo seme. Voglio sentire la tua sborra scivolare giù per la mia gola!»
    Lui non accetta, mi trascina di nuovo sotto di sé e prende a pomparmi ancora più forte, fin quando io ho un nuovo orgasmo e, improvvisamente, rimane immobile: sento il mio ventre riempirsi del calore del suo piacere, mentre emette un grido che non ha nulla di umano.
    «Troia, sto sborrando. Che femmina magnifica che sei!»
    Si sfila da me ed uno schizzo colpisce il mio corpo, mentre io allungo la mia faccia ed apro la bocca per ricevere in gola gli ultimi due schizzi di sborra. Lui rimane disteso supino, sfinito, mentre io continuo a leccare quel cazzo che mi ha fatto godere e, quando torno a sfiorare ancora la sua rosetta anale, lui mi blocca.
    «No, fermati. Basta così. ...
    ... Sapevo che eri una speciale, ma non immaginavo fino a questo punto. D’altronde non avrebbe potuto esser diversamente, da una che è la nipote di Maria.»
    Lo guardo un attimo stupita e gli chiedo cosa c’entra mia nonna Maria. Lui scuote il capo e, senza aggiungere altro, si alza in piedi e comincia a rivestirsi. Io lo imito e, mentre sto finendo di indossare i miei abiti, lui si gira verso di me e detta le condizioni.
    «Perfetto! È stato tutto veramente perfetto ed è per questo che la vostra azienda avrà l’appalto e sarà la capofila di questo lavoro che coinvolgerà un sacco di gente e che frutterà a tutti un sacco di soldi. I tre che sono di là con la tua amica avranno una lauta percentuale, che sarà quantificata al momento dell’appalto.»
    Lo guardo e mi rendo conto che non ha finito il discorso.
    «Ok, questo lo sapevo, ma non mi hai ancora detto quanto sia la percentuale che spetta a te.»
    Lui scuote il capo e non risponde, poi mi si avvicina e mi guarda dritto negli occhi: la sua voce è calma, ma nello stesso tempo stentorea.
    «Io non voglio soldi, di quelli ne ho anche troppi. Quattro anni fa è morta mia moglie ed io mi sono ritrovato ad esser solo, perché lei era sterile e, quindi, non ho nessuno cui lasciare la mia eredita, per cui il mio compenso me lo dovrai dare tu: dovrai lasciarti ingravidare da me e darmi un figlio. Questi sono i termini dell’accordo, che non è discutibile: prendere o lasciare e, domani pomeriggio, alle 18:00, voglio una risposta definitiva.»
    Senza ...