1. Alcol e sigarette - 1


    Data: 20/09/2017, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... non me l’aspettavo. Cioè, non è che la conosca bene ma, per l’idea che mi ero fatta, tra noi due la troietta dovrei essere io. Lei mi guarda facendomi segno di abbassare la voce, io ammicco come a chiederle scusa. Avverto una presenza dietro di me e sono quasi certa che siano quei due. Cazzo, penso, a me andava solo di fare la civetta, non di mettere strane idee in testa a due sconosciuti.
    
    – Ma non ti è mai capitato? – chiedo a Serena cercando di ignorare la presenza dei due ragazzi. Anzi, spero proprio che rinchiudermi in una conversazione con lei ci faccia in qualche modo da schermo.
    
    – Mai nella vita – risponde Serena – e a te?
    
    – No, così mai – rispondo.
    
    Un po’ mento e un po’ no, visto che ci sarebbe Davor, quel ragazzo di Zagabria che mi aveva rimorchiata sul treno. Ma così, ai tavolini di un locale, effettivamente mai.
    
    – Scusate… – ci interrompe una voce alle mie spalle.
    
    Serena alza gli occhi verso la voce e io dico a me stessa “oh cazzo”. Per fortuna, si rivelano essere tutt’altro che due rompicoglioni. Sono invece molto educati nel proporsi di sedere con noi a bere qualcosa. A offrirci qualcosa, visto che i nostri bicchieri sono vuoti. “Però l’ultima cosa che vogliamo è disturbare”, aggiunge il tipo tatuato.
    
    Si chiama Massimo. “Come il fidanzato di mia sorella”, commento in modo, sì lo riconosco, un po’ idiota. Ma non sapevo che dire. Il biondino invece si chiama Filippo e a guardarlo da vicino è decisamente bello. Avrà pochi anni più di noi, anzi ...
    ... esce fuori quasi subito che ne ha ventiquattro. Ha un delizioso accento del nord, che mi intriga molto, e vive a Roma da poco, la sua famiglia ha sempre girato molto, anche all’estero. Massimo di anni ne ha ventotto, ma ne dimostra di più, non tanto sotto l’aspetto fisico ma per come parla. Lavora, ha un negozio di hi-fi e quando gli chiedo chi compri al giorno d’oggi gli hi-fi, e soprattutto chi è che non li compra online, mi mette al mio posto spiegandomi che se uno spende quindicimila euro per un impianto magari ha voglia di testarlo prima, che lui vende roba di quel tipo lì e che la installa anche in locali come questo, o nelle discoteche. Ok, non ne so un cazzo della materia, facevo meglio a starmi zitta. Lui invece ride e dice che la mia non era una obiezione così scema.
    
    Ordiniamo, anzi ordinano, un altro giro di mojito per me e Serena, loro vanno su qualcosa di più pesante. Mentre aspettiamo, il biondino ci dice “noi eravamo scesi per bere una cosa e per farci una canna, sapete, a casa con i miei…”. Cosa abbastanza inusuale, ci chiede se abbiamo nulla in contrario. Io mi stringo nelle spalle e guardo Serena, lei fa cenno di no, assolutamente. Il biondino tira fuori dalla tasca due cose già arrotolate che stanno a metà strada tra un cannone vero e proprio e uno spinello e ce ne offre una. Serena un po’ indecisa obietta un “ma veramente io dovrei tornare a casa in motorino…”, io invece afferro la canna e gli chiedo se me la fa accendere. Aspiro la prima boccata e la ...
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