1. Che bella l’automobile – 1. la scuola guida


    Data: 06/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... gambe, mentre continuava a scoparmi con meno intensità. Un affondo ad ogni schizzo. Il tutto accompagnato da un suo urlo animalesco seguito da forti rantoli.
    
    Rimanemmo immobili per molto tempo, per riprendere fiato, lui dentro di me. Il suo cazzo, seppure ammosciato, non voleva saperne di uscire fuori, finché si allontanò. Un fiotto di bianca crema uscì con lui. Prese dei fazzolettini di carta umidi e ci ripulimmo, poi rientrammo in macchina. Facemmo tutto questo in un silenzio quasi di imbarazzo, poi lui
    
    “Sai Paolo? Per me è stata la prima volta. Non avevo mai avuto certe tendenze e mai mi sarei aspettato di averne. Mi sono sposato, ho avuto tre figli, che ormai sono grandi e sposati, sono anche nonno di due bei nipotini, eppure non avrei mai immaginato di essere attratto da un altro uomo, anzi da un ragazzo come te, eppure…”
    
    “Eppure, vedi, è successo. Ti dispiace?”
    
    “No, anzi, è stato bellissimo. Tu mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto. Ho fatto subito certi pensieri che ho cercato di allontanare. Ma oggi non ce l’ho fatta più. Avevo una voglia pazzesca di possederti, di farti mio”.
    
    “E ci sei riuscito alla grande”, gli ho detto sorridendo.
    
    “E mi sembra che pure tu ne avevi voglia”.
    
    “Una voglia pazzesca. Anche io dal primo momento che ti ho visto ti ho desiderato”.
    
    “Sono stato troppo violento? Ti ho fatto male?”
    
    “Sei stato un porco stupratore”, ho detto scherzando. “Mi hai fatto male, si, ma credo che sia normale la prima volta. ...
    ... Me lo aspettavo. Ma è così che ho sempre sognato di perdere la verginità. Tu hai realizzato il mio sogno”.
    
    “Vuoi dire che, adesso che il tuo sogno è realizzato, non vorrai farlo più?”. La sua voce, sempre così profonda e maschia, tradiva un certo timore.
    
    “Non ci penso proprio. Non vedo l’ora di rifarlo e rifarlo ancora, sempre. E non dovrai aver paura di farmi male. Dovrai scoparmi duramente pensando solo al tuo godimento e solo così godrò anche io”.
    
    “Ohh, Paolo, ma questo è un sogno anche per me”.
    
    “Ad una condizione, però”.
    
    “Quale”, disse preoccupato.
    
    “Che tu mi venga dentro. In bocca o nel sedere, come vuoi, ma sempre dentro”.
    
    “Ma questo è un sogno al quadrato”.
    
    Ci abbracciammo felici, per quanto l’abitacolo permetteva. Ci baciammo di nuovo con passione. La mia mano scese sulla sua patta e vi trovai il suo cazzo duro di nuovo. Gli slacciai ancora i pantaloncini e la minchia mi si ripresentò davanti orgogliosamente in tiro. Ripresi a leccarmela e succhiarmela di gusto, naturalmente senza dimenticare le palle sudate. Il mio uomo si torceva dal piacere, grugnendo e soffiando come un bisonte. Fui talmente bravo che al mio ennesimo abboccamento del glande mi bloccò la testa e mi sparò in bocca una nuova serie di schizzi di sborra, che io ingoiai rapidamente per non perderne neppure una lacrima.
    
    Il pene mi si ammosciò in bocca e lui mi allontanò. Non riusciva a sopportare la mia insistenza sul suo membro diventato troppo sensibile. Mi carezzò la ...