1. Che bella l’automobile – 1. la scuola guida


    Data: 06/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... misi subito alla guida e partimmo.
    
    Il mio sguardo cadeva spesso non solo sul suo pacco ma anche alle bellissime gambe maschili. Mi accorsi, però, che anche lui mi guardava di soppiatto. Lo aveva fatto sempre, sin dal primo giorno, ma quella volta mi sembrava che lo facesse con più intensità. Sudava, la fronte imperlata. Faceva caldo ma non tanto da giustificare quella reazione.
    
    Ormai avevo preso dimestichezza con la macchina ed ero abbastanza bravo, anche nelle situazioni sempre più difficili nelle quali mi metteva. Dalle strade desolate eravamo passati a quelle molto più trafficate. Mi aveva fatto fare il parcheggio anche in salita.
    
    Ad un certo punto sembrava essere meno agitato, come se avesse preso una decisione. Mi fece andare verso la campagna, su strade sterrate sempre più malconce finché ci ritrovammo in uno spiazzo erboso molto isolato, dove mi fece fermare all’ombra degli alberi. Io non capivo perché eravamo lì. Si girò a guardarmi intensamente, quasi a volermi leggere nel pensiero. Poi scese dalla macchina, fece il giro intorno per venire al mio sportello. Lo aprì, mi fece segno di scendere e io lo feci.
    
    Quando fummo l’uno davanti all’altro, mi strinse per la vita, si abbassò e mi dette un tenero bacio a fior di labbra. Stavo per svenire tra le sue forti braccia ma non mi tirai indietro, rispondendo con un lieve movimento della bocca. Mi guardò, capì che la cosa non mi dispiaceva affatto e tornò ad unire le labbra ma, questa volta, tutti e due le ...
    ... schiudemmo istintivamente e le lingue si incontrarono in un bacio appassionato che ci tolse il fiato. Intanto la sua mano era scesa a tastarmi il culetto ed io emisi un gemito di piacere direttamente nella sua bocca. La grossa mano si fece più decisa a strizzarmi un gluteo, poi mise l’altra sulla mia testa per farmi accovacciare. Mi sono trovato con il fianco della macchina dietro le spalle e la sua patta, gonfia a dismisura davanti agli occhi. Ci misi sopra la mano quasi a saggiarne la consistenza ed alzai lo sguardo verso di lui.
    
    “Lo vuoi?”, mi chiese, con la voce che sembrava temesse un mio rifiuto.
    
    “Si”, risposi senza pensarci due volte.
    
    A quel punto si slacciò i pantaloncini che caddero alle caviglie e rimase con gli slip da cui si affacciava la punta della cappella gonfia. Stava per calarsi anche quelli ma io, eccitato ed affamato a quella vista, mi buttai a baciarlo e leccarlo attraverso il tessuto che odorava di urina e sudore. Non ebbi alcuno schifo: c’era una completa attrazione da testosterone.
    
    “Aspetta, ragazzino ingordo” e si calò le mutande a mezza coscia. Il cazzo schizzò fuori come se non aspettasse altro e mi dette come una dura sberla sulla guancia. Era molto grande: lungo, grosso tanto che non riuscivo a circondarlo tutto con una mano e dal glande notevolmente grosso e minaccioso quasi violaceo. Lo agguantai con le due mani, affamato, e me lo portai alla bocca, dentro la bocca che faceva fatica a farlo entrare. Feci di tutto per inghiottirlo il più ...