1. Che bella l’automobile – 1. la scuola guida


    Data: 06/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... possibile senza riuscirci molto, compensando con succhiate e sferzate di lingua tutto attorno. Passai anche alla grossa sacca delle palle, pelosa e sudata. Ingoiai molti peli ma non ci feci caso e tornai alla cappella, lappando tutta l’asta. Ricoprii di abbondante saliva tutti i suoi organi genitali. Mi tolse il ciuccio dalla bocca.
    
    “Voglio scoparti. Tu lo vuoi?”
    
    “Si, ma non l’ho mai fatto”, dissi timoroso ma pieno di voglia. Mi fece alzare, mi girò verso la macchina, mi abbrancò alla vita, tanto che potevo sentire la sua erezione sul fondo schiena e mi slacciò i pantaloncini, calandomeli con le mutande ai piedi.
    
    “Che meraviglia! Hai un culetto fantastico. Credimi, avrei voglia di penetrarti con forza ma farò il possibile per fare piano. Non voglio farti soffrire. Se ti fa male, dimmelo e mi fermo”.
    
    “Va bene”.
    
    “Sicuro che lo vuoi?”
    
    “Si”.
    
    “Sicuro?”
    
    “Si, sicuro”.
    
    “Ne sei veramente sicuro?”
    
    “Siii, urlai, lo voglio, lo voglio. Scopami, rompimi il buco, sfondami. Non perdere tempo”.
    
    Non ne perse oltre. Si bagnò con uno sputo il glande, lo puntò a mio buchino vergine e spinse. Sentii un dolore atroce, mi lamentai ma mi mordevo le labbra per non urlare. Volevo che fosse quell’uomo dei miei sogni a sverginarmi. Spinse ancora ed altri centimetri di dura carne entrarono dentro di me. Gemevo di dolore e lui si fermò.
    
    “Vuoi che esco?”
    
    Per tutta risposta mi buttai indietro e mi impalai da solo, questa volta urlando tutto il mio piacere. La mia ...
    ... volontà era chiara e lui, afferratomi saldamente per i fianchi, me lo ficcò ancora più in fondo, sempre più in fondo ad ogni spinta. Gridavo e lo incitavo a fare più forte, sempre più forte. Arrivò a montarmi come un coniglio, abbrancato al mio esile corpo. Mi svangò senza remore per lungo tempo, caricandosi sempre più sentendo i miei lamenti.
    
    “Ahhh, che bello. Scopami, scopami forte”.
    
    “Sei una troia, una bella troietta affamata di cazzo. Tieni, prendilo tutto. Ti basta, puttana?”
    
    “Si, si. Ahhh, come è grosso! Mi stai sventrando. Me lo sento nello stomaco. Sono troia, sono la tua troiaaa”.
    
    Nel silenzio che ci circondava, si poteva sentire il rumore del suo corpo sul mio ad ogni affondo. Il risucchio delle mie tenere carni lacerate da quella potente mazza. Gemevo, mi contorcevo. Più ferocia ci metteva e più ne volevo. Ogni tanto lo tirava fuori per vedere gli effetti sul mio buco, per poi riaffondarlo alle mie preghiere di continuare all’infinito.
    
    “Vedessi come ti sto riducendo il buchino! E’ tutto slabbrato e rosso e adesso è largo quanto il mio cazzo. Senti come entra bene adesso?”
    
    “Si, si, non mi fa più male. Dammelo, dammelo, lo voglio. Oddio, che bello, bellooo” e mi sono sciolto in un’abbondante sborrata sul fianco della macchina. Se possibile, la scopata aumentò ancor più in velocità ed in breve venni riempito da interminabili, densi schizzi di sperma che mi riempirono all’inverosimile, tanto che cominciarono a crearsi dei rivoli che mi scendevano lungo le ...