1. Dama incomparabile


    Data: 28/08/2023, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io perdo inaspettatamente l’equilibrio sui gradini davanti alla porta a vetri dell’albergo, perché la pioggia che cade pesantemente per terra ha reso le mie scarpe nere da cerimonia insicure e per di più instabili. L’usciere in quell’istante mi guarda con un sorriso mentre io recupero la posizione eretta, individuo velocemente la sala del ricevimento, giacché si trova all’ultimo piano, infine entro nell’ascensore con la moquette rossa. Dopo esco dall’ascensore, davanti scruto che il salone è enorme, là in fondo un quartetto sta suonando dei brani in un angolo sul piccolo palco, cosicché mi dirigo subito al bar e incontro i colleghi sulla strada per l’alcool.
    
    Il capo mi stringe la mano e ripete frasi di convenienza e di tornaconto, sì, certo, un grosso affare è andato in porto anche per merito mio, però dopo l’orario d’ufficio io mi trasformo, in quanto non reggo né sopporto in alcun modo il protocollo né la regola né quelle norme con la giacca e con la cravatta, perché il mio cervello pretende e reclama la sua dose d’alcool per spegnersi fino il giorno dopo. Questo è un extra, un bonus del lavoro, è una serata di gala, che schiettamente e sinceramente non me ne frega un cazzo. Io arrivo al bar, dove la solita e immancabile triste (pseudo) sangria, viene servita da un cameriere peraltro annoiato, che appena mi vede arrivare afferra un bicchiere e cerca di raccoglierne una dose con il paiolo tentando d’offrirmela:
    
    “No, grazie. Io voglio un po’ d’alcool serio se c’è l’hai. ...
    ... Un Negroni per adesso può andar bene”.
    
    Il cameriere fa una smorfia d’approvazione, di limpido benestare, in tal modo mi prepara un Negroni. Lui lo fa carico abbondando, mentre mi dice che probabilmente sono il primo della serata che capisce e che conosce qualcosa d’alcool. Io imparo in fretta, perché credo che starò spesso a parlare con lui stasera, poi a bruciapelo la vedo lì accanto a me:
    
    “Qualcosa d’analcolico per favore”.
    
    Lei è mora, anzi, con i capelli a caschetto neri, la pelle bianchissima e un vestito lungo scuro, si gira verso di me distrattamente, intanto io le sorrido, ma non troppo.
    
    “Buonasera” – dice lei. Raccoglie il cocktail analcolico, si gira e se ne va con un sorriso tediato e stanco, dove noto le spalle larghe sulle quali s’apre una scollatura lunga che segue la colonna vertebrale sino quasi al sedere. Che dire, stupenda.
    
    Un collega mi saluta, poiché distinguo e riconosco in lui lo stesso sentimento che ci accomuna e che ci associa come i pesci fuori dall’acqua, eppure si mette a conversare di lavoro. Io seguo con distratti movimenti d’adesione e d’assenso i suoi discorsi, mentre cerco di riguadagnare e di ritrovare con lo sguardo la donna di poco fa. Un altro collega s’avvicina e comincia a parlare con noi, io m’alzo e m’allontano con il Negroni in mano. Eccola, al presente la punto da lontano, non vado però verso di lei, per il fatto che comincio a girarle attorno e a studiarla. Lei saluta e parla con più persone, ma sempre distrattamente, ...
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