1. 016 ragadi. brutalismi e sentimento


    Data: 23/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... allora strillavo.
    
    Poi la porta del camper si apriva e compariva lui.
    
    Bello come il sole, in mutande.
    
    Come in un rituale perfetto, egli si guardava attorno, sparava un scorregione pazzesco e poi balzava contro di un bosso per annegarlo nella sua pisciata mattutina.
    
    Poi mi passava davanti.
    
    Furbo lui, non mi guardava ma manco di striscio.
    
    L’amore è fatto di questi piccoli ruoli di carota e bastone.
    
    Incedeva sicuro a raggiungere gli altri per l’adunata sul piazzale.
    
    Com’era bello, e sicuro di sé, quando con gli altri si preparava ad andare in città per fare un pochino di razzie.
    
    Lo guardavo con gli occhi gonfi dell’amore, e mi curavo poco di nascondere il mio sentimento per lui, anche se lui – sincera proprio - non mi cacava manco di pezza.
    
    Ma è capibile, doveva ben nascondere l’amore smisurato che provava per me.
    
    Solo una volta, sotto gli occhi di tutti, mi venne vicino e fece una cosa strana.
    
    Io me ne stavo accucciato coi gomiti sulle ginocchia e col culo in tinozza.
    
    Lo guardai perduto, lui si piegò verso di me, fece il gesto di darmi un bacio che io – sincera proprio - mi sentii morire. Pigolai un tenero Coccodè.
    
    Ma mi sganciò un rutto. Si, un ruttone fortissimo sulla faccia guarda, ma così forte, che mi sentii i capelli sparati all’aria. Tutta ossigenata stavo.
    
    Tutti che ridevano, proprio una figura demmerda guarda.
    
    E che potevo fare io?
    
    Rimasi così, impietrita, china con culo in tinozza accennando una smorfia, tipo proprio ...
    ... mongoloide, ma ero perplessa.
    
    Tutti ridevano, a centinaio, e lui si voltò verso gli altri a ridere di pancia.
    
    Io cretina ridevo insieme a tutti. E che potevo fare?
    
    Mi voltai d’istinto a guardare la moglie, la quale era l’unica a non ridere.
    
    Mi fissava con sguardo severo. Poi si voltò a salire in roulotte, trascinava con sé uno dei suoi dodici figli, che a sua volta trascinava con sé una vecchia bambola, tutta pugnalata, e con una forchetta nell’occhio.
    
    Non v’era dubbio. Vedi come parlo, non v’era dubbio. La moglie stava tessendo la sua tela.
    
    Quella ragna demmerda.
    
    In breve tempo fummo osservati costantemente, pedinati, e i famigliari praticarono l’ostracismo a danno del mio fidanzato.
    
    Per fortuna lui mi ingozzava di cazzo. Infatti non mi pare che fosse minimamente intimidito dalla questione.
    
    Ciò accrebbe l’amore languido e passionale che provavo per lui.
    
    Era lui il mio uomo.
    
    Una sera infatti, presso la cloaca il mio fidanzato mi scopò così forte che quasi persi i sensi.
    
    Entrai come dire, entrai in un senso di delirio a tal punto che scoppiai a piangere, manifestando così la mia gioia di essere felice. Mi sbatteva e mi strizzavo le tettine con una affascinante senso di cacarella in culo senza tuttavia espletare.
    
    Me lo meritavo. Avevo sofferto troppo nella vita ed era giusto ora meritare l’amore quello vero.
    
    Ricordo il pianto per la mia emozione dolcissima, e ricordo che stavo riverso su di un noce che ripiegava i grossi rami fin quasi a ...
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