1. 016 ragadi. brutalismi e sentimento


    Data: 23/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... anali, ma io assicuro che a quel tempo, i miei bruciori, le mie ragadi insomma, erano per me il segno tangibile di un qualcosa di vivo che ardeva in me, votato per vivere in eterno un amore irripetibile.
    
    Meritavo anch’io un po’ d’amore.
    
    Io lo amavo, incondizionatamente. Certo anche lui mi amava che discorsi, ma non lo dimostrava. Sai, ci sono quei tipi che parlano poco e non sanno esternare i sentimenti.
    
    Ma mi amava. Si.
    
    Si vedeva che non sapeva stare senza di me, per questo tutte le sere, da solo o con gli amici, mi conduceva poco più in là del campo, sotto l’argine del fiume, per riappropriarsi di me. E se mi pisciava tutto a partire dai capelli, era solo un segno tangibile come per dire “Oh, questo è roba mia e solo mio, e non toccatelo”.
    
    Marcava il territorio bella stella. E’ normale.
    
    Cosa farò mai agli uomini.
    
    Ma l’amore ha la temporaneità dei boccioli.
    
    Accadde al nostro amore qualcosa di terribile.
    
    Il mio ragazzo era sposato, dimenticavo, e la moglie, pur tollerando l’adulterio del consorte, ritenne d’un tratto pericolosa la mia frequentazione, poiché aveva intravisto del sentimentalismo da parte mia.
    
    Va bene i bocchini di massa a cui assistevano un po’ tutti perché alla fine mi accettavano così com’ero, va bene che il marito potesse farsi pure largo per ficcare l’uccello nella mia bocca. ..Ma vederci appartarci – soli - tra le frasche del fiume o, peggio, vedere sguardi troppo languidi da parte mia posarsi sul marito, tutto questo per ...
    ... lei era troppo.
    
    Il nostro amore era amore, e lei era invidiosa.
    
    Il mio ragazzo mi rispettava, cosa che secondo me non faceva con la moglie che invece picchiava tutte le sere.
    
    Per dire, se mi fottevano in branco, a pecorina diciamo, lui aveva cura di rimettermi in posa quando mi cedevano un pochino le ginocchia, e trovo che questo fosse un segnale di attenzione nei miei riguardi.
    
    Se mi vedeva in sofferenza in piena gangbang, perché erano davvero troppi a pisciarmi in culo, lui fermava per un momento i giochi, mi faceva correre in riva al fiume per spruzzare a schifo e poi magari disciplinava l’ordine di ingresso nel mio culo senza creare disordini.
    
    Per rinforzare le mie difese immunitarie mi faceva leccare il culo a tutti.
    
    Omeopatia diciamo.
    
    Il giorno dopo le chiavate di gruppo, dopo la sveglia in mezzo ai cani sotto il camper del mio lui, usavo raccattare un catino e riempirla con dell’acqua fresca per metterci un ammollo il culo e lenire così le ragadi anali.
    
    Attendevo con impazienza che scendesse dal mezzo per guardarlo con gli occhi innocenti dell’amore.
    
    Non era facile, eh, sia chiaro. C’erano i bambini del campo che mi cacavano il cazzo.
    
    Mi deridevano nel vedermi così piegato di culo nella tinozza.
    
    E mi tiravano addosso di tutto: che ti posso dire, scorze di agrumi, pietroline, semi di pesca, gusci d’anguria, cocci, tubi da ponteggio, sifoni in ghisa, sputi e pure pezzi di lavatrice, e siccome non capivano l’italiano quando dicevo Basta, ...
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