1. Rebeca cap.7 - A scuola durante la recita


    Data: 20/07/2018, Categorie: Etero Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... fecero impazzire. Urlò il suo piacere in modo sguaiato e mi chiese di proseguire e di prenderla sempre più forte. Riuscii a resistere altri dieci minuti, finché non venne una seconda volta. A quel punto uscii dal suo corpo e feci un paio di passi indietro, restando ad osservarla mentre languiva con le gambe che penzolavano dalla scrivania. Mancavano ancora venticinque minuti alla fine della recita e saremmo dovuti ritornare prima del termine. Io non ero ancora venuto e mi sentivo esplodere.
    
    “Avvicinati alla scrivania, dai”, mi disse ella scalciando le scarpe lontano. Quando mi avvicinai Rebeca si mise a sedere sulla scrivania e mi prese il cazzo tra le piante dei piedi.
    
    “Ti piace, vero?!?!”, mi chiese stringendo il cazzo fra le piante e simulando una masturbazione.
    
    “Assai”, le risposi prendendole i piedi con le mani ed aiutandola nel movimento. Erano caldi, nonostante quel laboratorio non fosse troppo riscaldato. Osservai le unghie dei suoi piedi dipinte di rosso, sotto al rinforzo della punta del collant. Era lo stesso colore che aveva per ...
    ... le unghie delle mani e per il rossetto. Era una donna di classe non c’è dubbio anche se, vedendola seduta sulla scrivania con la gonna sollevata e collant e slip abbassati, avrebbe certamente dato un’altra impressione.
    
    Sapevamo entrambi che dovevamo fare in fretta, allora Rebeca smise di masturbarmi con i piedi, scese dalla scrivania e si inginocchiò davanti a me guidandosi il mio cazzo nella bocca.
    
    “Mmmmhhh…”, mugugnò.
    
    “Sei una maiala”, le dissi.
    
    Ci volle poco, nemmeno un paio di minuti e poi i miei schizzi inondarono la scrivania del laboratorio. Ci rivestimmo in fretta e non ci fu nemmeno il tempo di ripulire. Restò tutto lì dov’è. Nei giorni successivi qualcuno avrebbe dovuto spiegare il fattaccio, ma non sarebbe stato un nostro problema.
    
    Quando ritornammo in sala, fermandoci in posizioni separate, avevo ancora addosso l’odore del sesso. La recita non era ancora finita.
    
    Presi il cellulare e le scrissi un messaggio.
    
    “Vorrei portare indietro l’orologio e rifarlo un’altra volta”.
    
    “Anch’io”.
    
    “Quando?”.
    
    “Presto”, mi rispose. 
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