1. Esperienza con un amico


    Data: 15/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: gio-57, Fonte: RaccontiMilu

    ... non pensare a cosa era successo l’ultima volta che ci eravamo trovati soli in una casa.
    
    Lui annuì: “Perfetto! Vado a prendere delle birre e torno qui, così abbiamo anche qualcosa da bere”.
    
    Si voltò e mi promise che sarebbe tornato per la chiusura.
    
    Io ero in agitazione.
    
    Cosa sarebbe successo?
    
    Magari anche nulla, pensai. In fin dei conti erano passati più di dieci anni: anche se probabilmente si ricordava bene di quanto capitato, questo non significava necessariamente che sarebbe successo di nuovo.
    
    Da adolescenti la sessualità a volte &egrave tumultuosa, a quasi trent’anni di solito si &egrave già trovata la propria via.
    
    Riccardo si presentò puntuale come un treno svizzero all’ora di chiusura.
    
    Spegnemmo insieme le luci, abbassammo la saracinesca e ci avviammo verso casa mia.
    
    Era veramente dietro l’angolo e non ci impiegammo più di un minuto.
    
    Ci accomodammo in salotto, apparecchiai con un salame e qualche formaggio e stappammo due birre.
    
    I primi venti minuti furono conversazione normale.
    
    Si parlò di lavoro, di calcio, di amici comuni che avevamo perso di vista, fino a quando non se ne uscì con la frase che paventavo da un paio di ore:”Ti ricordi di quel pomeriggio al mare?”.
    
    Soseggiai la birra e risposi di sì, che mi ricordavo.
    
    “Sono stato un po’ imbranato”, dissi.
    
    Intanto pensavo. Pensavo che, negli anni, non avevo ancora dato sfogo alla mia passione per il bondage e il BDSM.
    
    La mia precedente ragazza mi aveva assecondato un po’, ...
    ... ma lei tendeva ad essere passiva e la cosa – pur avendomi comuqnue dato diverse soddisfazioni – non era quello che cercavo.
    
    A quel momento, l’esperienza con Riccardo era ancora quella più vicina a quello che desideravo.
    
    “Potremmo rifarla”, dissi.
    
    Il cuore mi batteva fortissimo.
    
    Lui sorrise, stupito.
    
    “Ti andrebbe?”.
    
    Potevo ancora dire di no.
    
    “Certo. Però dovremmo mettere delle regole, fare come fosse una sfida”.
    
    “In che maniera?”.
    
    Ci avevo pensato più di una volta in quegli anni, non stavo improvvisando.
    
    “Ad esempio potremmo fare così: uno tortura l’altro per un certo tempo, diciamo venti minuti. Durante questi venti minuti, chi &egrave torturato può interrompere quello che sta subendo dicendo una data parola, ad esempio Pugno! A quel punto l’altro deve smettere e non potrà proseguire con la stessa tortura, ma dovrà inventarne. Alla fine dei venti minuti si vede chi ha detto Pugno! più volte”.
    
    “E cosa si vince?”.
    
    Esitai un attimo, poi parlai:”A quel punto, chi avrà vinto avrà l’altro a disposizione per un’ora. Potrà fargli quello che vuole e non ci sarà Pugno! che tenga”.
    
    Ci guardammo per qualche secondo.
    
    “Ovviamente non valgono pratiche che lascino segni, traumi e che siano pericolose”, aggiunsi.
    
    “Ovviamente”, rispose lui.
    
    Calò su di noi qualche secondo di silenzio.
    
    “Allora?”, gli chiesi.
    
    “Va bene – rispose – Chi inizia?”.
    
    “Lanciamo una monetina: chi vince, secglie cosa fare”, proposi.
    
    Vinsi il sorteggio, e scelsi di ...
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