1. Neuronauta


    Data: 10/06/2023, Categorie: Sentimentali Autore: cagliostrus, Fonte: EroticiRacconti

    ... bellezza del mondo e piango di commozione, pensando: “Dio mio! Perché solo per me tutta questa bellezza, che mi riempie e trabocca?"
    
    La tazzina appena gettata nel lavello, troneggia su una pila di stoviglie sporche che si stanno accumulando da due tre giorni, "devo darmi una mossa" penso e mi sforzo di caricare la lavastoviglie, resistendo all'impulso di tornare a controllare su Google Mail se c'è nuova traccia di lei. Lei che devo scordare, per il mio bene, per la mia salute mentale, per non sprofondare ancora di più in un baratro di dolore, lucidamente cosciente della mia stessa incoscienza.
    
    Non credevo che ci sarei ricascato, non ne avevo l'assoluta certezza tipica della gioventù, ma con senile esperienza ritenevo altamente improbabile tornare a provare questo struggimento interiore che Catullo ha immortalato nel suo “Odi et amo”.
    
    Invece è successo e per quanto la mente mi irride e mi giudica folle mi sono lasciato irretire, ma che dico... proprio “imbozzolare” come un bruco che pretende di tornare farfalla, in questo interminabile filo di mail e di chat ininterrotte, notturne e diurne, che si è srotolato per quasi un mese. Un mese in cui, con l'indispensabile complicità dell'assenza di tutti e cinque i sensi (che ne sarebbe bastato forse uno solo a spezzare sul nascere l'insano incantesimo!), ho lasciato che la mia mente abbracciasse, giorno dopo giorno sempre più strettamente, fino a fondersi con essa, la mente di una giovane donna che potrebbe benissimo ...
    ... essermi figlia.
    
    Anche in questo momento, scrivendo al computer devo resistere, basterebbe un click del mouse per inficiare gli sforzi di due giorni di resistenza, per leggere il suo ennesimo appello a riprendere il dialogo, o, forse peggio, constatarne l'assenza, il vuoto che suggellerebbe la sua definita rassegnazione e la fine del sogno. Un sogno drogato, un sogno velenoso e malsano, un sogno dolcissimo.
    
    Ma se ho finalmente deciso di spezzare il filo, non è stato per il risveglio di un eroico buon senso. No, è stato solo per gelosia.
    
    Non c'è solo la gelosia malsana, quella che soffoca l'amore, che grazie a dio io non ho mai conosciuto. Io conosco quella sana, che nasce dai fatti evidenti e che ti fa aprire gli occhi.
    
    Come quando ero a Larnaka, dove svernavo con la barca in secca e lavoravo a sostituire il motore. La mia dolce Isabella, a Bologna, la sentivo strana al telefono, meno propensa alle effusioni, in qualche modo distratta e reticente. Mi imposi razionalmente di incanalare i sentimenti, che l'intuito mi suscitava, in un freddo progetto. Con calcolo indossai le vesti del confessore comprensivo. Premettendo la mia stima per lei, per come come avesse dovuto adattarsi, nei due mesi in crociera durante l'estate appena trascorsa, a condividermi con Carolina, le assicurai la mia totale comprensione, se avesse voluto confidarmi, al di là delle scuse fino allora addotte, la vera ragione per cui la sentivo cambiata.
    
    E lei mi parlò. Si aprì totalmente confidandomi ...