1. Lockdown in famiglia (Capitolo 2)


    Data: 03/06/2023, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Incesti Racconti sull'Autoerotismo, Sesso di Gruppo Autore: Lady_Lothlorien, Fonte: RaccontiMilu

    Bianchi velieri d’ovatta navigavano su un mare azzurro intenso; la finestra della nostra cameretta si affaccia su una vallata della quale non si percepiva la fine e non c’era metafora migliore per definire quello che era successo la sera precedente: l’ignoto. Come un pugno allo stomaco, il ricordo della sera prima, mi tramortì rovinando il panorama che stavo ammirando. Mi girai su un fianco per vedere mio fratello dormire. Ora che l’eccitazione era svanita dissolvendosi fra le braccia di Morfeo poche ore prima, mi sembrava assurdo essere arrivata al punto di immaginare di fare sesso con mio fratello. La sveglia segnava le 10:12 e la mia agenda diceva che avrei dovuto fare colazione per poi giocare alla playstation o inventare comunque qualcosa per far passare il tempo in questo dannato lockdown. Mi misi seduta sul letto poggiando i piedi a terra e tesi le braccia in alto per stirarmi, inarcando la schiena. Mi avvicinai al letto di mio fratello per svegliarlo. Era su un fianco in posizione fetale, dorme sempre così, sembra un bambino. In effetti devo dire che era proprio carino e guardarlo dormire mi stava davvero intrigando. D’istinto allungai una mano e gli carezzai una guancia con le nocche. Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile e si girò mettendosi supino. Ovviamente aveva un’erezione notevole, come quasi tutte le mattine, ma dopo quello che era successo poche ore prima, la cosa generò in me emozioni diverse dal solito. “Sveglia, testone” sussurrai sperando di ...
    ... svegliarlo. Lo carezzai di nuovo sul viso dicendogli di alzarsi di nuovo, ma sembrava come in letargo. Come cazzo fa a dormire sempre così profondamente proprio non l’ho mai capito! Avrei preso il lenzuolo e lo avrei tirato via per forzarlo, ma poi pensando alla sua erezione, esitai. Rimasi interdetta per qualche secondo, poi decisi di farlo. Presi l’orlo del lenzuolo e tirai lentamente verso il basso. Dopo qualche secondo il suo cazzo svettava come la Torre Eiffel a Parigi. Nemmeno i boxer riuscivano a tenerlo dentro, a meno che non si fosse addormentato con il suo sesso fuori dai boxer. Cristo, da vicino faceva impressione, la sera prima sembrava normalissimo, sarà stata la distanza, la luce, boh. Non era particolarmente lungo, ma era notevolmente largo; quello che mi piacque di più fu il fatto che era bello, cioè, liscio, dritto, pulito, perfetto. Sembrava uscito da un libro di biologia dal titolo “Ecco come dovrebbe essere un pene perfetto”. Il glande era coperto ma se ne scorgeva la punta dalla quale sembrava fuoriuscire un liquido trasparente. Avevo una voglia matta di toccarlo, di massaggiarlo, ma se si fosse svegliato sarei potuta morire di vergogna, così mi alzai cercando la forza di uscire dalla camera. Compiuti tre o quattro passi mi fermai e mi voltai. Lui ancora dormiva bellamente, ma le farfalle che impazzavano nella mia pancia non dormivano affatto. La voglia di sentirlo era troppa e così cedetti. Tornai di fianco al suo letto, allungai la mano destra. Lo strinsi ...
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