1. Le regole della zia per un idromassaggio perfetto


    Data: 27/05/2023, Categorie: Incesti Autore: Romagna Mia, Fonte: EroticiRacconti

    ... gigante. Circa mezz'ora dopo essere arrivato mi viene da vomitare, vado in bagno e mi libero. Quando torno da Luca sono pallido, gli dico che non sto bene e mi chiama un taxi. In macchina inizio a sentirmi meglio, bastava uscire dalla confusione. È molto presto, se vado a dormire subito domani sarò fresco come una rosa. Magari ci scappa anche una corsetta all'alba sul lungomare.
    
    Saluto il portiere notturno e salgo in ascensore, quando apro la porta trovo il salotto vuoto, le luci sono spente. Mi aspettavo di trovare gli zii a guardare la televisione, vado in cucina e apro il frigo. Mentre riempio il bicchiere con il tè freddo sento dei rumori provenire dal corridoio, mi tolgo le scarpe e vado a vedere in punta di piedi. La porta della palestra è aperta, ne esce una luce molto fioca. Mentre mi avvicino capisco che il rumore è in realtà il suono del piacere, con le spalle al muro guardo all'interno. La palestra è vuota, la finestra è aperta. Nella vasca idromassaggio sul balcone, illuminata da quattro grandi candele sui bordi, lo zio Alberto pompa la zia in ginocchio davanti a lui. Lei gode anche nell'espressione, mi infilo la mano nei pantaloni. Slaccio la cintura e apro la zip, inizio a masturbarmi mentre guardo i miei zii godere sotto il cielo dell'Adriatico. Quando sto per venire mi fermo, non saprei davvero dove sborrare. Distolgo lo sguardo dal balcone e mi rimetto l'uccello nelle mutande, resto appoggiato al muro cercando di sbollire l'eccitazione. Per qualche ...
    ... secondo non sento più la zia ansimare, guardo nuovamente verso la vasca. Lo zio si è seduto con le spalle alla finestra, Diana sopra di lui guarda verso il corridoio. Mi vede, sorride e inizia a cavalcare il marito. Fisso per un istante le grosse tette della zia ballare tra gli schizzi d'acqua, quindi corro velocemente verso la mia camera. Chiudo la porta senza fare rumore, mi sdraio sul letto e prendo l'uccello in mano.
    
    Mi sego per necessità.
    
    Due volte.
    
    Il 31 di agosto cade di domenica, alla fine del servizio serale vado in ufficio dove mi aspetta lo zio Alberto.
    
    -Allora Andrea, com'è andato il mese di lavoro?
    
    -Molto bene zio, spero di essere stato utile.
    
    -Edoardo mi ha parlato bene di te, visto che lavora con noi da undici anni mi fido di lui. Adesso cosa pensi di fare? Se vuoi fermarti qualche giorno in vacanza non fare complimenti, ormai la camera di Luca è diventata tua.
    
    -In effetti me li farei tre o quattro giorni di mare.
    
    -Allora è deciso, ti fermi con noi almeno fino a giovedì.
    
    -Grazie zio, adesso vado a dormire che sono stravolto.
    
    Saluto ed esco, prendo l'ascensore e salgo in casa. Il salotto è vuoto, la piantana angolare illumina tutto l'ambiente. La porta del corridoio è aperta, dalla camera della zia arriva la musica di Jeff Buckley. Mi avvicino senza fare rumore, la porta è socchiusa. Nello spiraglio si vede lo specchio ai piedi del letto, osservo ciò che riflette mentre l'uccello inizia a premere contro la patta. Diana è sdraiata a gambe ...
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