1. I piedi di Virna


    Data: 05/04/2023, Categorie: Feticismo Autore: Ottobre Rosso 66, Fonte: EroticiRacconti

    Quando Virna entrò il primo giorno in ufficio fui molto deluso. Speravo venisse una donna un po' più giovane e un tantinello più sensuale al posto di Giovanna, appena collocata in pensione. Invece no, invece un'altra cinquantenne insignificante.
    
    Però Virna era simpatica. Legò velocemente con tutti, tanto da entrare in breve a far parte del drappello di noi colleghi con l'abitudine di fare pausa caffè nella stanzetta relax dell'azienda. Sempre sorridente e disponibile alla battuta, da quella semplice a quella anche più maliziosa. Ma fisicamente proprio non c'eravamo. Per di più vestiva sempre con maglioncini accollati, pantaloni scuri e stivaletti da suora.
    
    Insopportabile, per un porco feticista convinto come me, che una donna, se pur insignificante, non indossasse, non dico una scarpa decolletè a tacco 12, ma almeno una scollata bassa, financo una ballerina, che facesse vedere i collant per lasciarmi immaginare un bel piedino da adorare.
    
    Però arrivata la bella stagione, in una mattina di giugno, Virna, mi lasciò senza parole. Quel giorno, infatti, venne in ufficio con un bel vestito colorato poco sotto le ginocchia e indossando un paio di ciabatte con la zeppa che mettevano in mostra dei piedi 37 con unghia grandi curatissime e smaltate di rosso scuro. Bellissimi. Sensualissimi. Incredibile, pensai, da una come lei non me lo sarei aspettato.
    
    Da quel momento e per giorni non riuscivo proprio a staccare gli occhi di dosso ai suoi piedi. Ogni scusa diveniva buona ...
    ... per sbirciare sotto la scrivania per vederla “giocare” con le sue scarpe e quando eravamo in pausa caffè attendevo fosse distratta a parlare con qualche collega ne approfittavo per ammirare quegli autentici splendori assumere tutte le posizioni più sensuali che me lo facevano venire duro.
    
    Insomma, di essere Virna rimaneva una donna insignificante, però con la bella stagione si trasformò. Basta maglioncini da educanda, pantaloni scuri e stivaletti da suora. Ma vestiti più femminili e colorati, ma soprattutto solo scarpe aperte che esaltavano quei piedi stupendi.
    
    Poi un giorno, dopo quasi un mese in cui le sbirciavo i piedi più o meno palesemente, capitò che restammo soli in sala relax. Virna mi stava di fronte seduta su uno dei divanetti a sorseggiare il suo caffè, gambe accavallate dondolando un piede. Io, conversando di cose inerenti l'ufficio, per quanto mi sforzassi proprio non ci riuscivo a non guardarglielo. Così Virna, finito il caffè si accese una sigaretta. Mi fissò con aria sorniona e interrompendomi mi fa: “Posso farti una domanda?”
    
    Io: “Si...dimmi”
    
    Virna: “Sbaglio o da giorni non fai altro che guardarmi i piedi?”
    
    Per un attimo rimasi interdetto. Quella domanda così a bruciapelo non me l'aspettavo proprio. Allora cercai di farfugliare qualche giustificazione per togliermi dall'imbarazzo di essere stato scoperto: “Come!?...No Virna...o meglio, si...magari ti fa quell'impressione...ma...ma...è un modo mio di posare lo sguardo...ecco si...quando parlo...ma ...
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