1. I. essere scopata da un toro in accappatoio - antonio


    Data: 07/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: hungryslut, Fonte: Annunci69

    ... l'accappatoio sulla maniglia. Che delusione, fine dello show. E non ero neppure riuscito a vedergli il pisellone. Uffa, uffa, uffa.
    
    Tornai in salotto, di nuovo triste, e mi risiedetti in poltrona. Poco dopo ecco Antonio: capelli bagnati, sorriso smagliante e accappatoio semiaperto. Si intravedeva il petto muscoloso e villoso, i capezzoli turgidi e l'ombelico ancora gocciolante. Più sotto solo un lieve rigonfiamento. E più giù piedoni umidi in infradito blu. Penso di essere diventato bordeaux in volto e il respiro si fece affannoso. "Tutto bene?", mi disse. "Posso offrirti qualcosa?" e iniziò ad accarezzarsi leggermente il pacco, come per asciugarsi. "No, no. Sono a posto. Non si disturbi", riuscii a dire senza mai distogliere lo sguardo sul suo basso ventre. Ero ipnotizzato, come un serpente a sonagli davanti al flauto. (E che flauto, ragazzi). Lui sorrise e si avvicinò sempre più alla poltrona dove ero seduto. "Dai, ti do da bere e poi ti porto a casa. Non facciamola lunga. Ho capito che lo vuoi da quando sono rientrato". E si slacciò l'accappatoio. Dadan. Finalmente lo vidi: un bel cazzone davvero. Già totalmente eretto, 19 centimetri di piacere e con una cappella rosso fuoco. "Che fragolone", dissi prima di iniziare a succhiarglielo di gusto. "MMM, come sei esperta", fece lui. "Qui mi sa che ci divertiamo, fammi un po' dare un'occhiata. Girati a 90".
    
    Eseguii come un automa, ma già mi mancava il suo bastone. Sulle labbra sentivo ancora l'odore di cazzo e ...
    ... bagnoschiuma al muschio verde, quando Antonio mi tirò giù pantaloncini e mutandine assieme e mi allargò le natiche. "Ehi, che bel culetto e che fighetta da troietta". Infilò il pollicione: "Lo sapevo qui ci si diverte alla grande. Aspetta qui buono (stessa frase detta poco prima dalla moglie, ma con ben altro significato) che torno subito". Come promesso dopo poco era già lì con in mano i preservativi che avevo trovato prima nel suo comodino. Mi sfilò del tutto i calzoncini e si portò le mie mutande sul pene. Le sfregò contro l'asta, segandosi. Mi rigirò come una puttana e mi aprì la bocca. "Ora succhia, che la saliva è il lubrificante migliore". Così feci per almeno venti minuti. Asta, palle, frenulo, cappella e di nuovo asta. Su e giù con la lingua, facendo attenzione a non sfregare con i denti. "Ma sei meglio di mia moglie e pure meglio della troia che mi scopo tutti i sabato".
    
    Il complimento mi spinse a dare il massimo, ma lui disse: "Ora basta, non abbiamo molto tempo". Mi lanciò i condom e me ne fece infilare uno sul suo uccellone. "Sputaci sopra avanti", mi disse. Eseguii di nuovo, mentre lui mi prese le gambe e se le portò sulla schiena. Si allargò meglio l'accappatoio e puntò la sua freccia verso il mio ano. Centro: con un solo affondo era entrato. 19 cm in culo di botta fanno male, sfido chiunque a dire il contrario, e così emisi un urlo di dolore. "Su, su, che ti piace, vacca. Non vorrai farci sentire da tutto il condominio. Zitta un po'", disse mettendomi in bocca le mie ...