1. Tortura cinese - cap. 3: funi


    Data: 11/03/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: quiora, Fonte: Annunci69

    ... del suo ansimare di puledra alla fine della corsa, delle ultime ritmiche contrazioni del suo sfintere. Poi mi assalì il timore che fosse rimasta legata troppo a lungo. Difatti la vidi col viso paonazzo, il trucco sfatto, il seno violaceo. La sorressi per rimetterla in piedi e la liberai, prima dalle caviglie, poi una ad una dalle corde. Per ultimo, le sfilai il plug, probabile responsabile del suo squirtare, che non era usuale.
    
    “Hai visto cos’hai combinato?” dissi indicandole il bagnato sul pavimento.
    
    “Non so cosa mi sia successo… mai una cosa del genere. Credimi.”
    
    “Con me non si fanno cose già successe.”
    
    Mi prese in mano il pene, semirigido, poi si chinò e lo prese in bocca.
    
    Lo leccò ben bene gustando il muco anale che lo ricopriva. L’accurata pulizia preventiva cui si era sottoposta non aveva lasciato altre tracce indesiderate.
    
    Mi tornò l’erezione, ma col retropensiero di aver trattenuto troppo l’orgasmo, per cui non sarebbe stato facile giungervi adesso.
    
    “Lascia stare. Non importa.”
    
    “Non mi mandare a casa così. Voglio farti godere.”
    
    “Non capisci. Ho già goduto.”
    
    “Non è la stessa cosa.”
    
    “Fregatene.”
    
    Fece un broncio da bambina e si rivestì. Risalimmo nell’appartamento silenziosamente, attenti che non sbucasse un vicino, sarebbe stato imbarazzante vederla in quello stato. Restò in bagno parecchio per lavarsi e sistemarsi il trucco.
    
    Quando uscì, la sua vista mi rimise in subbuglio gli ormoni insoddisfatti. Nel darci il solito bacio di ...
    ... arrivederci, le infilai una mano nell’apertura dei leggings e iniziai a trastullarle il clitoride. Il bacio si prolungò senza che nessuno desse cenno di volersi staccare. Iniziai a percepire sulle dita il muco filante che ricominciava a sgorgare sulle labbra deterse dal bidet. Non resistetti: la feci girare e piegare con le mani appoggiate alla porta e la penetrai, infoiato come se non l’avessi presa da un mese. Lei, sentendomi così arrapato, iniziò ad incitarmi, cosa che di solito si tratteneva dal fare: “Dai…daiii… sbattimi forte, spingimiiii...”
    
    Poche spinte e mi abbandonai all’orgasmo dentro di lei, liberatorio. Sentendomi arrivare al culmine, e poi pulsare, si lasciò andare ancora di più: “Tesoro, siiiii…riempimi tutta, godi amore mio, godi della tua schiava, della tua puttana! Non uscire, voglio sentire tutto il calore…Stai lì…dentro…ancora…”
    
    Ci sarei stato, sì. Tanto. Se non me l’avesse chiesto, ci sarei stato ancor di più.
    
    Mi sfilai, le assestai una serie di sonore sculacciate, più rumorose che violente. Non sarei riuscito a farle male, ora.
    
    Si chinò a raccogliere con la lingua le mie ultime gocce miste al suo succo e le condivise con me in un bacio che mi invase ogni angolo della bocca e mi fece girare la testa.
    
    Scappò via. Come se solo in quel momento l’avessi slegata.
    
    Vidi suo marito seduto in balcone col giornale. Nei trenta secondi che impiegò per rientrare a casa le inviai un messaggio: “mostra al cornuto che hai i leggings scuciti”.
    
    Nemmeno un ...
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