1. Ci sono cascata di nuovo


    Data: 06/03/2023, Categorie: Prime Esperienze Autore: Benny_wild, Fonte: EroticiRacconti

    ... che è successo sabato sera?" gli ho sibilato.
    
    - "Bibi, l'ho detto solo a Stefano. E' il mio migliore amico, sai com'è. Solo che poi lui l'ha raccontato anche agli altri. Che ci posso fare?"
    
    Parlava con noncuranza, sorridendo. Come se si trattasse di una cosa da poco. Come se non fossi stata umiliata agli occhi dei suoi amici che ormai, era chiaro, mi credevano una troia. Bel colpo Benedetta, ho pensato. Il primo ed unico pompino della tua vita e già sei una facile. Fabio, forse intuendo per la prima volta ciò che mi passava per la testa, si è addolcito.
    
    - "Mi dispiace ok? Sono degli idioti, non ci fare caso... l'ho raccontato a Stefano perchè ero felice ed emozionato di quello che avevamo fatto. Tu non l'hai detto alle tue amiche?"
    
    - "No!" ho esclamato con decisione. - "Era una cosa privata, un momento nostro. E anche se glielo avessi raccontato non ti avrebbero preso per il culo davanti a tutti. Non avrebbero imitato la faccia da ebete che avevi mentre te lo succhiavo".
    
    Volevo ripagarlo con la stessa moneta. Ma la mia arrabbiatura non sembrava sortire alcun effetto in lui. Anzi, sembrava sempre più divertito. Cercava di sminuire la situazione.
    
    - "Perchè non vieni a casa mia oggi pomeriggio? I miei non ci sono..." mi ha detto allusivo.
    
    Ho scosso la testa con decisione. Non se ne parlava neanche. Non ci sarei cascata di nuovo. Gli ho voltato le spalle senza dire nulla, pronta a rientrare in classe. Ci mancava solo che mi richiamassero per colpa ...
    ... sua.
    
    - "Ferma ferma, dove vai?"
    
    - "In classe", ho risposto piccata.
    
    - "Eh no, stavolta sei tu vieni con me".
    
    Non ho avuto il tempo di replicare. Mi ha presa per mano ed ha iniziato a correre lungo il corridoio, trascinandomi con sè. Non voglio farvi credere che abbia provato ad opporre resistenza. Perchè non è stato così. Abbiamo sceso le scale di corsa, ignorando i richiami della bidella. Non so come, non so perchè, ma avevo dimenticato di essere arrabbiata con lui. Correvamo ridendo, mano nella mano. Avevo capito dove voleva andare. Accanto alla palestra c'era una sorta di ripostiglio, stracolmo di cianfrusaglie inutili. Banchi e sedie rotte, palloni sgonfi, alcune lavagne. Di quelle nere con i gessetti, che da tempo non si usavano più. La porta non era chiusa a chiave, siamo potuti entrare indisturbati.
    
    Siamo rimasti a guardarci forse per un secondo. Poi mi sono buttata addosso a lui, cercando la sua bocca. Ci siamo baciati con trasporto ed eccitazione, toccandoci ovunque. Morsi, respiri affannati, abbracci scomposti. Ero contro il muro, stretta nella sua morsa, sentivo la sua erezione premermi addosso. L'ho toccato, sentendolo incredibilmente duro sotto i jeans. Mi ha presa in braccio e messa su un banco. Ci siamo baciati ancora. Un bacio infinito, bello, denso, desiderato. Vero. Senza risate degli amici, consigli sbagliati delle amiche. Eravamo io e lui, lo sentivo. Ancora di più che fuori a quella maledetta discoteca. Non stavamo giocando, non dovevo dimostrare ...