1. Ci sono cascata di nuovo


    Data: 06/03/2023, Categorie: Prime Esperienze Autore: Benny_wild, Fonte: EroticiRacconti

    Se vi va, per capire meglio la storia, leggete prima qui: https://www.eroticiracconti.it/racconto/49242-ai-ragazzi-piace
    
    Avevo passato una domenica infernale. Ero rimasta a letto quasi tutto il giorno, limitando i contatti con tutti. Avevo declinato la proposta delle mie amiche di passare il pomeriggio al centro commerciale, inventando un post sbronza tremendo. Avevo sperato in un messaggio di Fabio, ma niente. Mi ero disperata, imponendomi di non cedere e scrivergli io. Ero arrivata più volte ad un passo dal farlo, ma ero riuscita a resistere. Aspettavo con ansia di vederlo a scuola, il giorno seguente.
    
    ***
    
    La campanella era già suonata quando sono arrivata in classe. Avevo perso tempo a cambiarmi più volte ed avevo finito per fare tardi. Volevo fare un'entrata trionfale ma sono arrivata trafelata ed accaldata. Il professore, per fortuna, ancora non era arrivato. Mentre mi dirigevo al mio posto qualcuno ha fischiato al mio indirizzo. Ho alzato lo sguardo, proveniva dagli ultimi banchi, dove sedevano Fabio e gli altri ragazzi. Ho incrociato il suo sguardo per un attimo, giusto in tempo per vederlo farmi l'occhiolino. Ho sorriso timidamente e l'ho salutato con la mano. Gli amici sghignazzavano e si davano il gomito, senza preoccuparsi di mascherare il fatto che le risate fossero dirette a me. Non ci ho badato e ho preso posto, dando loro le spalle. Il professore era arrivato in classe e la lezione è iniziata.
    
    Non riuscivo a concentrarmi. Sentivo gli sguardi dei ...
    ... ragazzi puntati addosso, mi trafiggevano la nuca. Ogni tanto li sentivo ridere, ho avuto più volte la sensazione di sentirli pronunciare il mio nome. Stavo diventando paranoica? Non era certo una novità che passassero la lezione a ridacchiare. Ma dentro di me cresceva la convinzione che stessero parlando di me. La vibrazione del telefono mi ha distratta dai miei pensieri. Un tuffo al cuore. Era un messaggio di Fabio.
    
    "Ce l'ho duro solo a guardarti".
    
    Questo recitava il poeta. Nemmeno ciao, nemmeno come stai. Era un complimento? Era un invito? Non sapevo cosa cavolo rispondere. Ho deciso di affidarmi ad una semplice ed emblematica faccina. Ma avevo iniziato a sudare.
    
    Mi sono girata a guardarlo, anche se non avrei voluto. Sorrideva, guardando il cellulare. Ho distolto lo sguardo prima che mi vedesse ma ho incrociato quello di Marco. Mi fissava con insistenza e, ad un certo punto, ha iniziato ad imitare un pompino. Si portava il pugno vicino alla bocca, gli faceva fare su e giù, gonfiando la guancia con la lingua. Ero pietrificata. Stefano, il suo vicino di banco, rideva. Mi sono voltata di scatto. Mi sentivo morire. Quello stronzo aveva raccontato tutto ai suoi amici. Sentivo il viso in fiamme, le mani mi tremavano. Ho chiesto al professore di uscire per potere andare in bagno.
    
    Una volta fuori dalla classe ho scritto un messaggio a Fabio, chiedendogli di raggiungermi. Neanche un minuto dopo eravamo faccia a faccia, in corridoio.
    
    - "Hai raccontato ai tuoi amici quello ...
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