1. Una richiesta indecente


    Data: 04/07/2018, Categorie: Etero Autore: fiordinorma, Fonte: RaccontiMilu

    UNA RICHIESTA INDECENTE
    
    Avevo perso, per poco, l’eurostar per Firenze, maledizione…! Appena un minuto di ritardo.., e via, il treno partito in perfetto orario, cosa fare? Mi informo e mi dicono che il prossimo stà alle 12,45, diamine…, sono le 09,50, cosa faccio tutto stò tempo in stazione? Chiedo ad un ferroviere, se c’è qualche alternativa, costui consulta l’orario e mi dice che alle 10,20 c’è un intercity per Milano, che ferma anche a Firenze. Bene, rinuncio all’eurostar e prendo il treno indicatomi, mi accomodo in prima classe aspetto la partenza. In treno, passeggio nel corridoio della vettura e mi accorgo di essere praticamente sola, eccetto un signore giovane seduto in un’altro compartimento. Questo, non mi rattrista e neanche mi entusiasma, resta il fatto di come passare tutto questo tempo. Dopo un po di lettura, ripasso nel corridoio, e c’è sempre lui, uno sui trenta anni, bruno con gli occhiali, intento sul suo portatile, penso per lavoro, da come è vestito sembra un agente di borsa, o un libero professionista. Al mio passaggio, non mi degna neppure di uno sguardo, talmente attaccato al pc, ritorno a sedermi, e comincio a pensare. Bee…, un uomo e una donna soli su di un treno.., chissà quante cose potrebbero fare, mi montava pian pianino una certa eccitazione nell’immaginare quale trasgressione potesse aver luogo. Mi considero una bella donna, piacente e affabile, quindi non da rifiutare, chissà cosa avrei dato per subire lì sul quel treno una spietata corte da ...
    ... parte di quel sconosciuto. Ma lui stava seduto là, e non si preoccupava minimamente che lì ci stavo anch’io, penso che devo inventarmi qualcosa se voglio fare amicizia con lui, ma cosa? Delle solite cose, tipo “mi fa accendere” o la richiesta di una finta informazione, magari sedermi di fronte a lui e mostrargli le cosce nell’accavallamento delle gambe, non mi andava, pensavo a qualcosa di più forte…, di impatto mentalmente violento e inequivocabile. Lo immaginavo uno pieno di se, sicuro, freddo e distaccato, non facile da attaccare bottone, perciò mi dissi: – coraggio Norma fai la puttana nel modo più squallido possibile…, tanto ci stà o meno che ti importa chi lo conosce…! Tenevo sotto la gonna, una mutandina nera velata, piccolina e trasparente, e ci avevo messo anche il salvaslip, pensando di stare fuori tutta la giornata, per non rovinarla e macchiarla. Bene, mi rincuorai, decisa a importunare quel gentiluomo indaffarato, prima mi tolsi il salvaslip dalla mutanda, e lo poggiai senza piegarlo sul tavolinetto, nella segreta speranza che qualcuno lo notasse e lo annusasse cogliendo e inalando i miei afrodisiaci umori vaginali. Aprii la porta del compartimento dello sconosciuto, entrai e la richiusi dietro di me, soave e sorridente, con voce ferma e decisa chiesi: – Mi scusi, signore, posso chiederle una cosa? – Lui, mi guardò da capo a piedi in un attimo, poi chinò la testa sul piccolo monitor e disse: – Prego, dica pure! Io, impudica come mai: – Me lo metterebbe nel culo…? ...
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