1. Prigioniera dei viet cong


    Data: 20/01/2023, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... spiazzo si fermò per fare inversione ed ecco....un suono sordo, un violento dolore al capo che le fece perdere coscienza.
    
    Non era esattamente così che si aspettava di entrare in contatto con i guerriglieri e quando si svegliò, in preda ad un feroce mal di testa, sentendosi bagnata di sangue non del tutto raggrumato che le colava dalla testa, di lato, si ritrovò legata mani e piedi ad una parete.
    
    Stava giusto per aprire gli occhi verso una fioca luce di lampadina, che una gelida secchiata d'acqua le fu gettata in volto.
    
    -Merda.... non è un buon inizio!- sussurrò, aprendo gli occhi.
    
    Un piccolo guerrigliero viet cong le si fece vicinissimo, alzando il dito la apostrofava urlandole suoni incomprensibili.
    
    -Hey, cin ciun cia, non conosco la tua lingua!- ebbe l'ardire di dire, ricevendo in cambio uno schiaffone e uno sputo in faccia.
    
    Si lasciò andare piegando le gambe, avvertendo una fitta ai polsi. Guardandosi le braccia, scoprì di essere legata con due corde ai pali alti della costruzione in cui si trovata.
    
    Ora focalizzava che quel dolore ai polsi ce l'aveva chissà da quanto tempo. Già... ma da quanto tempo era lì?
    
    -Fatemi parlare con Huan Chen Minh! Sono una amica, giornalista! Sono dalla parte dei viet-cong! È una sporca guerra e deve finire, e io posso aiutarvi muovendo l'opinione pubblica contro i generali!- si infervorò.
    
    Dall'espressione cupa e ostile del guerrigliero, capì che il tizio non aveva capito neanche una parola.
    
    -Huan Chen Minh!!!- ...
    ... gridò ancora, sperando che almeno le uniche parole vietnamite fossero comprese.
    
    Il piccolo guerrigliero, la guardò con aspetto minaccioso, ma senza più farle nulla, se ne uscì dalla buia stanza.
    
    Jane si ritrovò da sola. La camicia fradicia le si appiccicava al corpo e non riusciva a grattarsi. Tremava dal freddo e le facevano male i polsi e la testa. Appena accennava ad addormentarsi si lasciava andare appesa alle corde che le serravano i polsi, risvegliandosi subito dal dolore.
    
    Era stata una idiota, ora se ne rendeva conto. Magari Huan Chen Minh non esisteva neanche, o era un modo di dire, o un insulto.... E ora era lì. Sarebbe morta? Torturata? Sarebbe rimasta per mesi in una cella piena di topi? Sarebbe morta di malaria? Di fame?
    
    -Che deficiente!!!!- urlò arrabbiandosi con sé stessa, digrignando i denti e cercando di liberarsi i polsi e le caviglie, legate a gambe aperte, dimenandosi ad occhi chiusi in tutte le direzioni.
    
    Ma nulla.
    
    La testa le pulsava, aveva sete, la lingua secca.
    
    Aprì lentamente gli occhi e cercò di fissare la luce fioca della lampadina.
    
    Solo dopo si accorse che una figura la stava osservando, dal pertugio che costituiva l'uscita della sua prigione.
    
    -Huan Chen Minh?- chiese in tono supplichevole. Ma la figura scomparve lasciandola da sola.
    
    Forse si addormentò.
    
    Una nuova, l'ennesima, secchiata di acqua gelida la svegliò di nuovo.
    
    -Ma porca....................!- urlò scuotendo selvaggiamente il capo per togliersi dalla ...
«1234...9»