1. Deniz cap.2 - Il feticismo messo in pratica con Jacopo


    Data: 18/01/2023, Categorie: Feticismo Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    Molte delle persone che frequentavo (e che non mi conoscevano a fondo) mi ritenevano una donna tranquilla. Cosa che in effetti ero, ma pensavano a me come ad una di quelle donne che, nonostante avessero avuto successo, fossero in qualche modo facili da sottomettere. Ecco, io ero l’esatto opposto. Ero determinata e spregiudicata sul lavoro ed anche nella mia vita sessuale, ma questi erano due aspetti che nessuno riusciva a capire a meno che decidessi di mostrarmi sinceramente.
    
    Con Jacopo lo fui solo sessualmente. Non ci fu bisogno di esserlo professionalmente. Per quanto concerneva il lavoro, come vi ho già detto, sapeva alla perfezione il fatto suo e non aveva bisogno di alcun insegnamento, ma a livello sessuale non avrei mai accettato di lasciargli condurre il gioco.
    
    Da quando capii che lui sarebbe stato la mia preda, comincia ad ordire la tela che lo avrebbe fatto cadere ai miei piedi. Non potei non notare molti suoi sguardi, anche nascosti e quindi non dovetti fare altro che accentuare quel suo percorso che lo avrebbe comunque portato da me.
    
    Cominciai al primo pranzo che trascorremmo insieme, in un bar vicino al negozio, con le altre due commesse e le ragazze dell’ufficio. Lasciai cadere velatamente il discorso su Helen e poi gli chiesi cosa ne pensasse.
    
    “È una bella ragazza”, disse senza mezzi termini “ma manca di eleganza e di stile ed ha una dote di volgarità che io non riesco a tollerare”. Me lo disse guardandomi fissa negli occhi ed io mi sentii quasi a ...
    ... disagio nel reggere quello sguardo che sembrava confermare quanto supponevo da parte sua. Nessuno comprese per fortuna quel mio momento di defaillance, anche perché Marcia, una delle altre commesse, scoppiò in una fragorosa risata e lo scherzò definendolo “un principe”. Sicché ridemmo tutti ed il clima si stemperò, ma io non potei non notare le occhiate continue che Jacopo mi lanciò per tutto il resto del pranzo.
    
    Una settimana esatta dopo a quel momento, quando ormai era chiaro il gioco che si era insinuato tra noi due, decisi che era giunto il momento per approfittarmi di lui. Ero leggermente turbata da quei tredici anni che ci separavano all’anagrafe, ma decisi che non sarebbe stato un problema.
    
    Ebbi la conferma della sua posizione, quando gli chiesi se si fosse potuto fermare per aiutarmi in un lavoro durante la pausa pranzo. Il negozio restava chiuso dalle 13 alle 16 e non era poco tempo.
    
    Lui mi rispose con fermezza:”Non ti preoccupare. Farò ogni cosa di cui avrai bisogno”.
    
    Lo disse senza sorrisi maliziosi, con fermezza ed io lo interpretai come una accettazione del mio ruolo di potere in quel gioco che stavamo per iniziare.
    
    Le commesse del negozio se ne andarono alle 13 e Jacopo chiuse a chiave l’ingresso, poi salì verso il mio ufficio, dove gli avevo detto che lo avrei atteso. Quando entrò e mi trovò seduta sulla mia poltrona dietro la scrivania completamente nuda, non accennò nessun segnale di turbamento. Rimase in piedi davanti alla porta e mi disse ...
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