1. Contatto con la realtà


    Data: 15/01/2023, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Sovente me lo ficco nella testa, ripetutamente me lo impongo, però non lo metto giammai ordinatamente in pratica, ma stavolta succeda quel che succeda, mi sono in conclusione deciso e lo attuo impiegandolo alla lettera in modo risoluto. Siamo agli sgoccioli, perché dopo una sfibrante ed un’estenuante settimana nella ditta delle spedizioni internazionali, è sopraggiunto il bramato e atteso meritato sabato, dove auspicavo di disporre della facoltà d’oziare battendo la fiacca fino a tarda mattinata, contrariamente però, alle sette di mattina presto, mi trovo già incastonato e palesemente inquadrato nel frenetico viavai della mia città, dal momento che azzardo tentando d’eseguire quei monotoni compiti e quei prolissi ampollosi incarichi, che non sono in grado di sbrigare agevolmente né di terminare convenientemente nello spazio della settimana lavorativa, giacché mi tiene alquanto impegnato. Mentre rimugino sul da farsi, ricevo sul cellulare un messaggio, rallento, accosto l’autovettura e leggo con piacere il delizioso comunicato:
    
    “Via libera, dai vieni, sbrigati, l’affittuaria che sta di fronte a me resterà via lontano da casa tutta la giornata, fidati. Su, fa’ presto, che non reggo più, tu sai che la mia cupidigia è grande, la smania direi che è altrettanto vigorosa” – mentre Gabriella insiste, invitandomi animosamente di transitare da lei per gustarci un tè assieme.
    
    Al presente è quasi mezzodì, ricompaio nei paraggi di casa, mentre lui è lì nel posteggio che m’attende. ...
    ... C’inerpichiamo a rilento su per le scale in un mutismo quasi ecclesiastico, giacché il torpore c’invade usurpando e impadronendosi ben presto delle rispettive reticenti menti, a seguito degli strascichi delle ore notturne sregolate e pervertite, consumate unitamente nell’abituale e appartato posteggio, perché le stesse sono pressoché distinguibili da lontano, eppure siamo là ancora assieme. Alla fine siamo a casa, acciuffo le tazzine, mentre lui prepara l’infuso, perché conosce dove si trova, dopo pochi minuti la tisana fumante è predisposta per essere consumata.
    
    Vito sta presentemente degustandosi il tè, malgrado ciò, io impaziente, trafficona e precipitosa quale sono, non resisto e mi dispongo sulle sue ginocchia, lo attornio con ardore baciandolo calorosamente sulla faccia e lambendogli con fervore la patta dei pantaloni. E’ vero, comprendo molto bene, che siamo stati congiuntamente sino alle cinque del mattino, tuttavia ho ancora una voglia smisurata di lui, della sua cute e della sua bocca, perché talvolta considero riflettendo che abbia un magnete, in inedito polo d’attrazione che appassionatamente e irrimediabilmente m’attrae.
    
    Lui frattanto colloca la tazzina, io lo brandisco per il polso facendogli il gesto d’incamminarsi verso la mia stanza, per distenderci per qualche tempo sul pagliericcio e per adocchiare la televisione. Vito si mette a pancia in su e io mi colloco di fianco accanto, introduco la mano sotto la sua maglietta, lambisco i suoi fianchi, vezzeggio ...
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