1. Valenti pratiche


    Data: 29/06/2018, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... concretamente eccitando, giacché ho il netto sospetto che questo giochino potrà condurci chissà dove, in altre parole nonostante il batticuore aumenti, il trastullo che vivo non mi dispiace per niente. Con la mano sinistra Sabina inizia a stuzzicarmi un capezzolo, con la mano destra riacchiappa le esplorazioni di sotto interrotte, anche se io cerco infruttuosamente di tenere le cosce più serrate che posso:
    
    “Il cazzo di Luca è molto più sporgente, ma anche così la perlustrazione non è male” – ribatte lei concitata e visibilmente infoiata.
    
    Quest’originale osservazione mi fa ridere, frattanto distendo i muscoli e lei ne approfitta per introdurmi meglio la mano tra le cosce. Io sono sovente più tentata di lasciarla fare e d’aprirmi, eppure Sabina sgarbatamente si blocca, si stacca dall’abbraccio, mi scende di dosso e si riversa di fianco a pancia in su con le lenzuola che le sono scese in basso annunciandomi:
    
    “Tocca qua, senti come sono accalorata” – mi enuncia impugnandomi la mano e posizionandosela sul capezzolo.
    
    Sabina è concretamente aizzata, sì, direi infoiata al massimo, ha un capezzolo che è duro da scoppiare, eccezionale e incredibile è avvertire la sensazione di quel bottoncino di carne tra i miei polpastrelli, perché pare essere dotato di vita sua, esige e recrimina d’esistere, di gonfiarsi ancora di più, di godere. Irrealizzabile e improbabile è a questo punto spostare la mano e smettere di toccarla, perché il contatto con il suo seno m’incanta e mi ...
    ... seduce, in quanto non posso far altro che riprendere a solleticarle quel capezzolo ammiccante e vispo, che se ne sbatacchia se sono io a stuzzicarlo, e non Luca, che se ne infischia che la mia sia la mano d’una donna, non quella d’un uomo. Io mi sollevo su d’un gomito per stare più confortevole e vedere più da vicino quel piccolo prodigio, ma è buio, non si vede nulla e finisco nell’avvicinare il viso che mi ritrovo il seno di Sabina a pochi centimetri dal mio naso. A questo punto non so che cosa mi prenda, l’eccitazione accumulata ha la preminenza e mi ritrovo con il capezzolo di Sabina fra le labbra. Lo bacio, lo succhio, lo mordicchio, dopo un tempo interminabile di baci, di piccoli morsi e di linguate smetto soltanto per spostare la bocca più su, in direzione della bocca di Sabina, che m’accoglie al buio come se fosse avvezza ed educata da sempre a baciarmi.
    
    In seguito il resto globalmente viene da sé, perché dispiegate e sguarnite le regole del gioco e acciuffate le adeguate e oggettive misure, non la smettiamo se non a notte fonda, dopo che ci siamo analizzate, esaminate e stacciate al buio centimetro per centimetro, con le mani e con la bocca, tenuto conto che abbiamo riccamente goduto e ce la siamo spassata al massimo, come non ci era giammai capitato con i nostri rispettivi maschi. Il mattino seguente dentro l’ateneo ci andiamo con le nostre solite facce da ragazze assennate, morigerate e giudiziose:
    
    “Sapete, siamo veramente desolati per ieri sera” – ribattono Danilo ...