1. L'iniziazione


    Data: 23/06/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alternos, Fonte: Annunci69

    ... almeno non troppo.
    
    Si è accoccolata, comoda e disinvolta, accanto a me. Be', disinvolta... come può esserlo una persona elettrica come lei era. Cosa fai? Non l'accendi? Lo so che ti piace fumare. A volte sei tornato dalla ricreazione con gli occhi liquidi e dopo te ne stavi al banco con la testa a ciondoloni, svolgevo la lezione e sapevo che la tua mente era altrove, sulle ali di un falco magari. Non devi esagerare però, ma... non voglio farti la ramanzina ora. Anche perché anch'io mi sento... eccitata, su di giri.
    
    Mi sfiora il viso con una lieve carezza. Mi sei caro, mi dice. Naturalmente deve restare una cosa tra noi. Come tutto il resto. Lo dice seria, ma con sorriso confidente. Mi guarda da sopra gli occhialetti con i suoi innocenti occhi chiari, mentre io mi accingo ad accendere il joint.
    
    Come tutto il resto. E io a tutto il resto ci penso con immagini tipo Le Ore, bibbia della mia educazione sessuale. Ne viene fuori una nuvolona di fumo con la prima boccata, con conseguenti colpi di tosse che fatico a contenere.
    
    Quando la nuvola si dirada lei è ancora lì. Dico Milena, non Prof, quando le passo il joint, perché non siamo all'interrogazione. Le sue dita sfiorano le mie, poi reclina la testa all'indietro, posandola sul divano, e aspira la prima boccata. Fino a quel momento non avevo fatto troppo caso al particolare del bottone non allacciato, o erano due i bottoni slacciati della candida camicetta? Fatto sta che in quella sua posizione mi è bastato arretrare un ...
    ... po' anch'io per intrufolare lo sguardo fin dove poteva giungere. Un seno piccolo si intravedeva, con la sua aureola e il capezzolo rosa. Una dolce visione che lei mi offriva e che io mi godevo senza darlo a vedere.
    
    Ripassa e si stiracchia le braccia. Spegnila tu, mi dice, per me basta così. Fumo molto raramente, ma quale migliore occasione? Ci guardiamo senza parlare, quello è forse il momento decisivo, lo spartiacque.
    
    Posa la mano sulla mia coscia, dice: Senti, io... Non devi dire niente, la interrompo e poso la mia mano sulla sua. Ci sono sguardi che si trasformano in baci eterni in meno di un secondo e sinceramente non so, non ricordo chi per primo abbia proteso la sua bocca. Questione di una frazione, di un millesimo comunque.
    
    Ci sono baci e baci. Ci sono anche baci da cui sembra che non ci si si possa più staccare, che niente e nessuno possa, fossero pure angeli o demoni. La lingua della Prof, sembra un serpentello, curioso, spiritoso. Ci stacchiamo solo quando le nostre rispettive lingue si intiepidiscono, segno che il sangue impetuoso sta andando a irrorare altre parti del corpo.
    
    Lei si tira indietro, reclina nuovamente la testa sul divano, la scuote anche un po' mentre dice: Forse non dovremmo... Lo prendo come un invito, la posizione almeno. Tento di liberare un altro bottoncino della camicetta, mi ferma, ma è incerta. Dico che forse è meglio che vada e mi passa per la mente l'immagine di mio padre in pigiama che compone il numero dei carabinieri, ma lei ...
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