1. Giudizi indecifrabili


    Data: 15/06/2018, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... Ambedue ti seguiamo, tu fai in modo di sederti vicino a me:
    
    ‘Stasera le donne staranno con le donne e gli uomini si ritroveranno con gli uomini, per chiacchiere intendo’ – ribadisci tu in maniera astuta, sagace e scaltra.
    
    La cena inizia, mentre noi due cerchiamo d’essere il più possibile normali, però &egrave difficile: si sono aperte le porte d’un creato femminile che esclude estromettendo radicalmente quello maschile. Attualmente gli sguardi si dirigono insistenti alla scollatura e successivamente verso la bocca, dato che sono affascinata dalla tua mandibola che mastica così graziosamente dalla punta della lingua, che s’insinua a tratti sulle labbra rosse per ripulirle dal residuo di cibo, in seguito dal tuo seno che s’alza nel respiro, mentre la stessa cosa succede a te, poi conversiamo, anche se in verità vorremmo dire:
    
    ‘Ti voglio, andiamocene da qui, freghiamocene di tutti’ – invece non so il perché, visto che mi esce di bocca una confessione in maniera lineare e per di più spontanea:
    
    ‘Ho appena fatto l’amore con il mio uomo e mi &egrave piaciuto tantissimo’.
    
    ‘Me ne sono accorta, si vede, per questo ti voglio ancora di più’ – mi mormori all’orecchio, accompagnando quelle parole arroventate e lascive con una leccatina rapida come quella d’un minuscolo felino, allora m’alzo in piedi di scatto simulando:
    
    ‘Scusateci, non mi sento molto bene, esco un attimo fuori’.
    
    ‘T’accompagno, sono faccende di donne, torniamo subito’.
    
    Questa &egrave ...
    ... l’asserzione magica, l’attestazione stregata, la frase fatata adatta in ogni occasione, perché le faccende da donne mettono all’istante a tacere i maschi, consentendo loro di tornare in pace nei loro discorsi preferiti. Io m’avvio verso i bagni, appena che arriviamo in fondo al corridoio tu m’afferri per una mano e giriamo a sinistra per ritrovarci di fronte alla porta che s’affaccia sull’enorme terrazzo, certo un po’ freddino, ma per questo spopolato:
    
    ‘Andiamo?’ – mi chiedi, con la mano appoggiata sulla maniglia della vetrata.
    
    Io non rispondo, tu apri, richiudi velocemente e ci troviamo al freddo, mentre intorno a noi s’alzano le ombre scure dei cipressi piantati in enormi vasi, che sono collocati lungo tutto il bordo della terrazza. Allora io ti spingo tra un vaso e l’altro contro il muro, finalmente posso baciarti e intanto ti cerco intensamente i seni, mentre il mio ventre preme contro il tuo in una richiesta inappellabile. Tu mi sollevi la gonna e la tua piccola mano s’intrufola tra i foltissimi ricci di quel delta, mentre io abbassata la tua scollatura posso acciuffare in bocca quei seni che mi fanno deliziosamente delirare, succhiando i capezzoli come se fossero delle gustose caramelle. Alla fine &egrave tutto un accarezzare, un bisbigliare di gemiti, un frusciare di stoffe, d’odori di donna in calore mescolati a quelli di costosi profumi, quando inaspettatamente udiamo:
    
    ‘Domitilla, Veronica, siete qui?’ – quella che sentiamo &egrave la voce di Berto l’uomo di ...