1. Giudizi indecifrabili


    Data: 15/06/2018, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Adesso tu cerchi di recuperare celermente il tempo perduto riconquistandolo, guidando velocemente con l’automobile fin troppo in fretta per i miei gusti, io non dico nulla, prego solamente con intensità i miei Dei di riportarmi in salvo tutta intera. Tu sei alquanto silenzioso con le mani salde agganciate sul volante, eppure solamente guardandole quelle mani mi sale alla bocca un inedito singhiozzo, simile a un piacere imprigionato e lungamente trattenuto che io destramente maschero con un colpo di tosse, mentre non posso fare a meno di ritornare con la mente all’ultima mezz’ora appena trascorsa.
    
    E’ sempre la stessa storia, anche se abbiamo appena fatto l’amore il vedermi così truccata, pettinata e vestita al di fuori della mia solita divisa da lavoro in tutta la sua rigorosità ti eccita assai, in quanto la tua euforia &egrave talmente forte da coinvolgermi compromettendomi subito. In questo modo mi prendi dove ci troviamo, tra un rapido calare di pantaloni, uno sfilare di slip e inconsueti giochi d’equilibrio su quei tacchi alti su quei tavolini traballanti, ma stasera &egrave stato diverso per il fatto che non hai aspettato che fossi del tutto vestita: io ero in bagno in mutandine e con il reggiseno concentrata nel passarmi il rimmel sulle ciglia, un’operazione delicatissima quando tu hai bussato:
    
    ‘Scusami, posso entrare soltanto per un attimo?’.
    
    ‘Certo, su dai vieni’ – rispondo io, nel mentre sono chinata in avanti sul lavabo verso lo specchio per terminare ...
    ... in bellezza la mia opera.
    
    Io t’ho guardato alle mie spalle, fascinoso nel vestito scuro e ho visto la tua bocca: non sorrideva, anzi, aveva una piega persistente. Stavo per chiederti che cosa volessi quando m’hai abbracciato da dietro collocando le mani sui seni, rigidi contro il mio sedere, hai posato la bocca sul collo per sfiorare la pelle lì dov’&egrave più sensibile, io ho lasciato andare l’astuccio del trucco aderendo a te, intanto che mi cercavi con la mano frenetica per penetrarmi con delicatezza in quel modo che tanto mi fa impazzire poiché lo sai, successivamente m’hai pressato spostandomi da un lato e con un guizzo m’hai penetrato di colpo. Io ho rialzato il viso e mi sono guardata allo specchio che rifletteva una giovane donna dall’espressione rattrappita, quasi sofferente. Ecco perché i francesi chiamano l’orgasmo in quella maniera, quell’attimo in cui usciamo da noi stessi per annullarci completamente soprannominandola ‘piccola morte’. Allora m’hai abbassato con forza la testa contro lo spigolo del lavabo per entrarmi dentro più a fondo rimanendo lì, rigido dentro di me per riempirmi del tuo seme senz’emettere un gemito, soltanto premendo contro il tuo il mio ventre fino a farmi male.
    
    Io sono rimasta sull’orlo della perdizione, perché volevo venire con tutte le mie forze, ho cercato la tua mano, però tu uscendo da me rapidamente m’hai fatto voltare facendomi accomodare sul comodo bordo della grande vasca, per poi inginocchiarti di fronte alle mie gambe ...
«1234»