1. La segretaria del liceo


    Data: 06/08/2022, Categorie: Etero Autore: alessandro1987, Fonte: Annunci69

    ... dettagli.
    
    – Sì, ma sono io che mi sono lasciato prendere.
    
    – Non devi proprio fartene una colpa, sei giovane, giovanissimo. Sono cose che succedono. E poi…
    
    – Cosa? – chiesi.
    
    – Beh, se prometti che la cosa rimanga tra noi, ti posso pure confessare che è una scena particolarmente intrigante. La possibilità di essere visti, poi, è molto erotica.
    
    Mi mancò il respiro, non mi aspettavo che potesse parlarmi così. Guardai ancora verso il basso, lui era lì, minaccioso. Poi guardai verso di lei. La fissavo, e intanto sentivo chiaramente gravare il peso del mio membro, fattosi marmo, schiacciato dai vestiti. Faceva male.
    
    – Ti fa male? – mi chiese.
    
    – Solo un po’, – mentii.
    
    – Ascolta, - disse lei, e fece una pausa di qualche secondo, come a riflettere. Abbassò la voce e poi riprese:
    
    – Mi interessa conoscere il resto della storia, ma non voglio che tu ne soffra. Facciamo un patto, che ne dici?
    
    – Che patto?
    
    – Tu racconti, ed io ti permetto di aprirti i pantaloni, così da farlo respirare almeno un po’, che ne dici? Può andare? Occhio, che ho detto i pantaloni e solo quelli, furbetto!
    
    La cosa aveva preso una strana piega, inutile dire che si trattava di una piega che mi attirava molto. Sentivo la testa bollire, risposi di getto:
    
    – Va bene, ma se entra qualcuno?
    
    – Vero anche questo, però a quest’ora non gira praticamente più nessuno qui. Se ti può aiutare, posso chiudere a chiave la porta, ok?
    
    – Sì, d’accordo.
    
    Lei si alzò e mi guardò ancora, ...
    ... tutto. Poi si diresse verso la porta dell’ufficio, girò la chiave che stava infilata nella serratura e torno a sedersi.
    
    – Proseguiamo? – chiese.
    
    – Sì, ecco…
    
    Mi vergognavo, ma ero anche tremendamente eccitato, e le due cose si caricavano reciprocamente in un circuito che non sapevo come spezzare. Aprii la cintura e mi sbottonai. Abbassai la cerniera completamente e poi, afferrando i jeans con entrambe le mani, li abbassai a metà coscia. Mi ero completamente dimenticato di Francesca, che però non si era affatto scordata di me e mi aveva osservato per tutto il tempo. Fu lei a parlare per prima:
    
    – Vedo che ti sei liberato per benino! Io pensavo che avresti aperto giusto la cerniera, ma a quanto pare non ti basta. Ma meglio così, almeno ora non sei più...compresso, – pose l’accento su quell’ultimo termine.
    
    Mi resi conto di avere le mutande completamente in vista, il pene svettava finalmente in tutta la sua lunghezza e avevo pure ripreso a respirare più regolarmente.
    
    – Ora devi tener fede al patto, e continuare a raccontare, – riprese la donna.
    
    Forse il fatto di essermi svestito, o magari l’aver chiarito con lei la mia condizione, mi rese più sereno. Non temevo più l’imbarazzo e mi sentivo spavaldo, eroico.
    
    – Camilla, – ripresi a parlare, – Stava masturbando Matteo. Era inginocchiata davanti a lui e lo teneva fermo in mano, muovendolo su e giù.
    
    – Ma dove stavano? Alla cattedra??
    
    – No, no. Si erano in qualche modo rifugiati verso il fondo della classe. In ...
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