1. La segretaria del liceo


    Data: 06/08/2022, Categorie: Etero Autore: alessandro1987, Fonte: Annunci69

    ...tratto da una storia vera, mi scuso fin da ora se troverete i contenuti non all'altezza :)
    
    Era sicuramente una bella donna, all’epoca poteva avere al massimo quaranta, quarantadue anni. Non potevo certo dire di conoscerla, anche se in fondo era ben nota a tutti gli studenti del liceo. Non ho mai davvero capito che lavoro facesse, spesso la si vedeva seduta vicino all’ingresso, dalla parte della reception. Altre volte la si poteva trovare a gironzolare tra le aule, camminava sicura sui suoi tacchi neri, salutava e sorrideva a tutti, studenti e professori. Immagino facesse un qualche lavoro d’ufficio, anche se quale, di preciso, non l’ho mai saputo. Si chiamava Francesca.
    
    Io e Francesca avevamo un certo tipo di rapporto e, anche se forse non ero l’unico ad essere in confidenza con lei, mi piaceva pensare di essere il solo. Capitava infatti che ci trovassimo a chiacchierare del più e del meno a ricreazione. Gli argomenti erano i più vari: il mondo della scuola, gli amici, le uscite serali, le ragazze, insomma, tutto quello che poteva entrare nella testa di uno studente medio delle superiori. Mi piaceva stare vicino a lei e spesso la sbirciavo, cercando di intuirne le forme sotto gli abiti. Non che ci fosse bisogno di grande intuizione, comunque, era una donna ben fatta, robusta. Piuttosto alta, un gran sedere e un seno sodo, capelli castani abbastanza lunghi. Teneva un viso delicato, un naso esile che contrastava con l’immagine del suo corpo ma che le calzava ...
    ... ugualmente a pennello, dei grandi occhi scuri e due labbra morbide che trovavo molto sexy.
    
    Il caso volle che rimasi coinvolto in una rissa con altri due ragazzi della scuola. Beh, così pare che voglia passare per innocente, diciamo che partecipai attivamente ad una piacevole conversazione a tre. In seguito a questo fattaccio, fui condannato, tra le altre cose, ai lavori forzati, e per tre mesi ebbi l’obbligo di rimanere il martedì pomeriggio a scuola dopo le lezioni. Il mio compito consisteva nel sistemare i libri nella nuova biblioteca al piano terra, con annessa catalogazione e valutazione del loro stato. Dì per sé non si sarebbe trattato di un compito gravoso, non fosse stato che per l’insegnante di filosofia incaricata di sorvegliarmi a vista. Rimanere sotto osservazione per ore non poteva suscitare il mio entusiasmo.
    
    E così, un martedì pomeriggio, terminate le lezioni, me ne stavo a divorare il mio bravo panino pomodoro e mozzarella, in attesa dell’orario previsto per il lavoro. Seduto sulla metà bassa dei freddi gradini esterni della scuola, gambe distese come uno zingaro, zaino accartocciato a un paio di metri da me, vedo arrivare in lontananza proprio lei, Francesca. Sigaretta in bocca, avida fumatrice lo era di certo, e passo svelto. Il rumore sordo del suo basso tacco scuro rimbombava nel silenzio di una scuola svuotata di ogni anima, come sempre accade al suono dell’ultima campanella.
    
    Lei mi vede, allunga lo sguardo e fa un cenno di saluto, subito seguito dal ...
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