1. La segretaria del liceo


    Data: 06/08/2022, Categorie: Etero Autore: alessandro1987, Fonte: Annunci69

    ... ‘buongiorno’ del sottoscritto. Attendo con la coda dell’occhio che mi passi sul fianco, quindi mi volto e la osservo; mi piace guardarle il sedere quando ne ho l’occasione, tanto più che nei paraggi non vedo nessun altro e mi ci posso così dedicare con dedizione. Un gran sedere, florido, appena contenuto dai jeans blu che le scivolano così bene addosso. Le sue forme risultavano ancora più imponenti viste dal basso, posizione in cui mi trovavo in quel momento. Seguo con lo sguardo la sua figura, che si rimpicciolisce allontanandosi fino a sparire nel buio di qualche corridoio sconosciuto.
    
    Esauritosi l’eco dei tacchi, smetto i panni del guardone per tornare alla precedente occupazione; con gesto svelto rimuovo il moncone di carboidrati dall’unticcio involucro di alluminio e finisco di divorarlo.
    
    Arrivate le quattordici, ora stabilita di inizio del mio servizio, tutto tace. L’insegnante di filosofia non si vede, né all’ora convenuta né nella mezza successiva. Sosto perplesso vicino all’atrio, lì dove trova spazio la segreteria dell’istituto. Mi guardo intorno e non vedo nessuno, decido allora di andare comunque in biblioteca per dare inizio alla mia attività, ma sono presto costretto a rinunciare al mio intento perché la porta d’accesso è chiusa. Proprio mentre allento la presa sulla maniglia della porta, una voce:
    
    – Guarda che la biblioteca chiude dopo l’ultima ora di lezione.
    
    – Oh, lo so, però io sono incaricato di lavorare qui, come ogni martedì da un po’ di ...
    ... tempo a questa parte…
    
    – Ah, ma sei tu! Scusa, non ti avevo riconosciuto. Non è ancora arrivata la professoressa Rambaldi? Di solito è lei che apre.
    
    – No, ancora non si è vista, ed è strano, perché è sempre puntuale.
    
    – In effetti sì, non capita spesso che ritardi. Ascolta, io ti aprirei anche, però poi non posso lasciarti da solo, e al momento sono occupata in altre questioni. Se ti va puoi aspettare con me negli uffici di segreteria, no?
    
    La proposta non mi sembrava affatto male, risposi subito:
    
    – Va bene, allora ti seguo.
    
    Le camminai dietro, nuovamente colpito dall’andare di quel bel sedere prosperoso. Percorso un breve tratto, lei mi aprì la porta del suo ufficio, invitandomi ad entrare. Mi sedetti su una scrivania rimasta libera a fianco della sua e mi guardai intorno, spaesato. Non mi era mai successo di vedere quegli uffici dall’interno, il più delle volte capitava di passare in quei corridoi e di dare una sbirciata dentro, ma senza poi perderci troppo tempo. In fondo, a chi importava? Ed ecco che invece mi trovavo proprio lì, in quel posto estraneo. Oltre alla scrivania a cui ero seduto io, trovavano spazio altre due scrivanie esattamente identiche alla mia, e in quella alla mia sinistra si era adesso seduta Francesca. Un grande archivio occupava l’intera parete posteriore alle mie spalle. Una finestra dalle veneziane scassate si sforzava di illuminare la stanza, senza troppi risultati. Il tutto dava l’impressione di un certo abbandono. Appoggiai lo zaino a ...
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