1. La segretaria del liceo


    Data: 06/08/2022, Categorie: Etero Autore: alessandro1987, Fonte: Annunci69

    ... – fu la mia risposta.
    
    Lo dissi ed abbassai gli occhi, un po’ per l’immagine che si era appena fatta strada nella mia testa, un po’ perché volevo verificare che, là sotto, la situazione fosse sotto controllo. Sentivo una sottile eccitazione prendere piede dentro di me, e il lieve rigonfiamento sotto i jeans ne era la prova più evidente.
    
    La donna al mio fianco, dopo aver esclamato un – Ah! – di stupore, pareva ancora più attirata da quanto le stavo raccontando. Appoggiò i palmi delle mani al suo tavolo e mosse i piedi nella mia direzione, facendo ruotare così la sua sedia del tutto verso di me.
    
    Indugiai sul suo corpo, così vicino al mio. Le gambe erano leggermente divaricate, i piedi puntati sul pavimento, fermi. Le braccia stavano rilassate, quella sinistra poggiava sempre sulla scrivania, quella destra si era lasciata cadere sulla coscia ben tornita. Sollevai lo sguardo, ammirando di nuovo il suo seno, e mi accorsi dei capezzoli, che si erano fatti più visibili, più tonici. Infine la guardai negli occhi, e per un istante intuii qualcosa, che poi però subito sfuggii, quasi impalpabile alla mia mente.
    
    – E cosa hai visto di preciso? Non ti vergognerai certo di dirlo a me, vero? – riprese Francesca.
    
    Quell’invito lo raccolsi, mi feci forza e le raccontai cosa avevo visto:
    
    – Beh, per farla breve…
    
    – Non farla breve, ti ascolto con interesse – interruppe lei, con voce suadente ma asciutta.
    
    – Ecco, li ho visti, li ho visti… Ho visto Camilla che teneva in mano ...
    ... il…
    
    – Il?
    
    – Il coso…
    
    – Ahah, il ‘coso’, – prese a dire lei, ponendo l’accento su quella parola, – e per fortuna che non hai dodici anni, – mi fece arrossire sul serio.
    
    – Beh, hai capito no?
    
    – Forse, ma se ti spieghi più chiaramente è meglio. Dimmi cosa hai visto, forza.
    
    – Ho visto che, insomma, lei aveva in mano il suo… insomma, il suo cazzo.
    
    – Bravo! – e scoppiò a ridere.
    
    Io rimasi lì come un cretino. Mi piaceva il suo modo di ridere però, e questo forse ammorbidì il mio stato d’animo. Mi sentivo effettivamente un bambino. Le guardai il viso rilassato dalla risata, la bocca leggermente aperta, le labbra con un filo di rossetto, il trucco delle ciglia: era proprio una bella donna.
    
    – E cosa le stava facendo, questa ragazzaccia? – sorrise lei.
    
    Mi bloccai di nuovo, ricordavo bene quella scena. Lui stava in piedi contro il muro in fondo all’aula, solo parzialmente riparato da alcuni zaini posti sui banchi in ultima fila. Lei, inginocchiata, teneva il suo cazzo in mano e lo masturbava con delicatezza, con lo sguardo rivolto in alto, verso di lui.
    
    Sentii una forte erezione salire in me, stavolta c’era tutta. Di nuovo gettai lo sguardo lì sotto, e vidi come la situazione si fosse fatta durissima. Un profilo ben noto era comparso sotto il tessuto dei jeans, spavaldo.
    
    – Lo sai che sei un tipo strano comunque? – riprese a parlare Francesca, – sei seduto qui da 20 minuti, e non ti sei nemmeno levato la giacca! Ma non hai caldo?
    
    Io non mi ero davvero ...
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