1. La lunga notte – cap. 6


    Data: 05/08/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu

    Cap. 6
    
    Sul marciapiede sento su di me gli sguardi dei pochi passanti. Cammino guardando davanti a me e in un attimo raggiungiamo la macchina, poco distante. “Sali” dice il mio accompagnatore. Mi siedo mentre lui fa il giro per mettersi al volante. “Come ti chiami?” “Angela” rispondo a bassa voce. “Ok Angela, io sono Erdian. Mettiti comoda, ci vorrà una mezz’ora.” La gonna, cortissima in piedi, una volta seduta risale ancora, abbasso lo sguardo sulle mie calze, da cui partono le sottili strisce di raso del reggicalze. Deglutisco, in bocca ho ancora il suo sapore. Lo gusto, cerco di scolpirlo nella mia mente chiudendo gli occhi, tra poco molti altri si mischieranno al suo, ma a questo punto non importa. Erdian mi mette in mano due scatole di preservativi. “Sono 12 a scatola, dovrebbero bastarti.” “Grazie” rispondo mettendoli dentro la borsa, insieme a tre pacchi di fazzoletti di carta che prende dal sedile posteriore. La macchina si allontana verso la zona industriale della città, mentre sfilano lunghe teorie di capannoni. Con qualche minuto di anticipo arriviamo all’autoporto. L’ingresso dell’immenso parcheggio doganale sembra un casello autostradale, con tante corsie. Davanti una grande rotonda con ai bordi un lungo guardrail interrotto dalle strade che collegano verso la città, verso la tangenziale e verso l’autostrada. E’ un lento, continuo carosello di camion, per lo più carichi di container, che entrano ed escono in continuazione dai varchi dell’autoporto. Facciamo ...
    ... il giro e ci fermiamo sulle strisce dalla parte opposta del varco davanti a due ragazze, una è appoggiata al guardrail, l’altra ci è seduta sopra. Quella in piedi si avvicina, mentre il finestrino si abbassa.
    
    “Ciao Nadia, lei è Angela, per oggi lavora qui, spiegale tu cosa deve fare.” poi si rivolge a me “scendi, vi veniamo a riprendere più tardi”. Apro la porta in silenzio e scendo. La macchina si allontana sgommando, fa caldo e l’asfalto pieno di polvere aumenta l’impressione di mancanza d’aria, il ruggito dei camion che accelerano lentamente sotto il peso del carico è continuo. Nadia mi guarda. “Allora, seconda strada, avanti cento metri. C’è un distributore sulla destra, subito dopo una strada che porta in un grande spiazzo, non ti puoi sbagliare. Puoi farli parcheggiare dove vogliono, tanto sul camion non vi vede nessuno. Recupera carte, preservativi e fazzoletti, non bisogna sporcare. Sono trenta euro con il guanto, cinquanta senza, se vuole solo un pompino venti, ma se vuole che ingoi chiedigli trenta. Hai capito?” “Si, certo” annuisco. “ok, metti in mostra la mercanzia – continua guardandomi – siediti li sopra” Mi indica il guardrail a fianco dell’altra ragazza, seduta a cosce aperte, con una minigonna che non nasconde nulla. “Lei è Liveta” Sorrido, salutandola e mi siedo sulla lamiera tirandomi sulle braccia. Un autista in uscita dal varco vede la fica tra le cosce spalancate di Liveta e si sente il lungo ululato di un clacson a tromba. Nadia mi osserva “Anche tu ...
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